Tranne qualche rara eccezione (per esempio nei Casinò del Nevada e negli ippodromi di un paio di stati), negli USA il betting sportivo è illegale.
Sappiamo però che il proibizionismo nel gaming può essere il male peggiore: prima di tutto rappresenta un grande danno per l'erario ed inoltre il giro di scommesse può cadere più facilmente nelle mani sbagliate (organizzazioni criminali), con ricadute pesanti a livello sociale (usura etc). Ogni mese negli States si ha notizia di ring illegali che gestivano il betting per conto delle mafie locali.
Chi pensa ancora che frenando l'offerta legale, sia possibile rallentare fenomeni come la ludopatia è un povero illuso. In Europa come negli States. Basta leggere certe cifre (presto lo scoprirete) per capirlo. Ma in nome della demagogia, del populismo, molti politici fanno a gara a chi la spara più grossa (vedi situazione italiana), creando danni collaterali preoccupanti.
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Super Bowl: $ 132 milioni (raccolta legale) contro 4 miliardi (illegale)
Negli States si vive una situazione a dir poco paradossale perché in eventi come il SuperBowl, ad esempio, scommettono tutti. All'appello mancano solo gli animali domestici e poi siamo al completo. E' un fatto culturale, una tradizione: birra ghiacciata a volontà, televisione accese per ore e una valanga di bets. In Italia è lo stesso per Champions e Mondiali di Calcio.
Nel 2016 i casinò del Nevada hanno raccolto scommesse per 132 milioni di dollari sulla finalissima dell'NFL. Nel 2017 si è battuto un altro record, arrivando ad accettare puntate per 138 milioni che sono nulla rispetto al volume d'affari delle società non autorizzate. Si parla di un business (non dichiarato) complessivo di 4 miliardi solo sul Super Bowl (fonte American Gaming Association) dell'anno scorso.
Solo per un evento sportivo il rapporto è di 132 milioni (mercato legale) contro 4 miliardi (mercato illegale). Quanto perde il fisco federale statunitense da un evento del genere? Parecchio, ecco perché gli agendi dell'IRS (l'agenzia erariale federale) sono in fibrillazione, consapevoli che stanno perdendo risorse infinite a causa della mancata regolamentazione.
Donald Trump pensa a regolamentare le scommesse
Donald Trump sta pensando di regolamentare l'intero mercato ma deve vincere le resistente interne del Partito Repubblicano finanziato da Sheldon Adelson (contrario al gioco online) e dalle leghe professionistiche statunitensi che vorrebbero mantenere l'integrità del gioco. Vi è però ora una spaccatura tra lo stesso Adelson e l'NFL e Trump potrebbe cogliere la palla al balzo, per non perdere altre entrate fiscali e soprattutto creare nuovi posti di lavoro.
Gli obblighi dichiarativi sulle vincite
L'agenzia dell'Internal Revenue Service (IRS) si sta organizzando, ben consapevole di quanto sia già difficile riuscire a raccogliere informazioni sulle scommesse legali. Molte persone negli States non si rendono conto che le vincite derivanti dal gambling devono essere dichiarate sia al fisco statale (ad eccezione del Nevada) che da quello federale.
- I bettors e i poker players devono pagare le vincite nette sia allo Stato di residenza che al Governo centrale.
Secondo una ricerca del Rockefeller Institute, dal gioco d'azzardo derivano entrate fiscali per 28 miliardi di dollari, ma i volumi potrebbero essere maggiori.
I prelievi alla fonte sui vari giochi
- L'IRS rivendica il 25% dalle vincite superiori ai 5.000$ (o 300 volte la somma puntata) provenienti da qualsiasi lotteria e scommessa. In questo caso il prelievo viene effettuato quando viene pagata la vincita.
- Le vincite derivanti dal bingo, keno e slot non sono tassati alla fonte ma, in tutti i casi, il fortunato vincitore deve fornire il codice fiscale o di previdenza sociale. Se si rifiuta, il casinò può trattenere una ritenuta del 28%.
- Ma la novità è un'altra: con la popolarità acquisita in questi anni dal poker, l'IRS sta chiedendo a tutte le card rooms autorizzate di certificare e comunicare le vincite superiori ai 5.000 dollari, per controllare se i poker players hanno dichiarato regolarmente tali redditi.
L'inchiesta fiscale dell'IRS sui poker tournaments: i punti hot
- L'IRS ha fatto sapere che è tassativo inserire nella dichiarazione dei redditi annuali, tali vincite maturate nei poker tournaments ed anche le entrate derivanti da sponsorizzazioni.
- Sia gli organizzatori dei tornei che i casinò hanno un obbligo di segnalazione (per le vincite superiori ai 5.000$) che aiuta il fisco statunitense a ricostruire lo storico del player.
- Al momento della vincita, la sala da gioco chiede il codice fiscale al fortunato poker player e registra tali dati sul modulo W-2G, trattenendo una parte della vincita (come ritenuta alla fonte).
- Spetta poi al player dichiarare al proprio stato di residenza le vincite complessive nella dichiarazione dei redditi.
- Al momento l'IRS è consapevole di dover compiere ancora passi da gigante per quanto il poker, considerando che spesso (soprattutto nei giochi di cash game) esistono modi per eludere gli obblighi fiscali.