Come vi avevamo anticipato, un'altra poker room ha chiuso i battenti sulla Strip: dal 25 aprile, gli 8 tavoli dedicati al texas hold'em (e alle altre varianti) non saranno più a disposizione dei clienti del Montecarlo Casinò.
Il poker c'entra poco in questo caso, il progetto è a più largo respiro. Il Montecarlo, dopo 20 anni, dovrà fare spazio ad altri due nuovi hotel: il Park MGM e il NoMad. MGM Resort investirà quasi mezzo miliardo di dollari (circa $450 milioni). Il Montecarlo non chiuderà durante la fase di costruzione e continuerà ad operare fino al re-branding.
In questo Articolo:
Las Vegas: in arrivo Daniel Humm, chef da 3 stelle Michelin
Con 2.700 camere, il Park MGM oscuerà in un certo senso il gemello NoMad che disporrà di sole 292 rooms. I due hotel offriranno servizi differenti destinati ad un target di clientela diversa.
Il ristorante di punta del NoMad sarà gestito dallo chef elvetico Daniel Humm e dal ristoratore Will Guidara che già possiedono l'Eleven Madison Park a Manhattan e possono vantare tre stelle Michelin.
Il progetto vedrà la luce nel 2018, quando sarà il momento di dire addio al Montecarlo, casinò hotel costruito da MGM nel 1996. E' stato molto amato dai gamblers dei primi anni 2000.
L'action del Montecarlo
Gli otto tavoli ospitavano action low stakes per quanto concerne il limit hold'em e una partita $1-$2 NLHE. Al momento il casinò dispone di 950 slot machines e 70 tavoli da gioco. Nella ristrutturazione si salverà solo l'area dedicata alle scommesse.
Il casinò: la storia
L'hotel è stato però anche oggetto di parecchie critiche da parte degli addetti ai lavori. Nella sua opera (che puoi trovare sul nostro forum) sulla storia di Las Vegas, il mitico Vegas Kid non riserva parole dolci per il Montecarlo.
"Forse il più inutile di tutti i resort dello Strip. Teoricamente dovrebbe ricordare l'omonima città della Costa Azzurra, ma lo stile è decisamente troppo blando (basti pensare a esempi ben più convincenti di caratterizzazione, quali il New York New York proprio lì accanto, il Venetian, il Paris) e il nome avrebbe senso solo se si trattasse di un hotel-casinò di lusso, alla Wynn.
Invece non è esattamente il lusso il tratto predominante in tutto il resort, quanto piuttosto la mediocrità. Nato come joint venture al 50% tra Mirage Resorts di Steve Wynn (chi l'avrebbe mai detto) e Circus Circus Enterprises (e questo si vede), era inizialmente destinato a chiamarsi Victoria.
Il nome venne cambiato all'ultimo minuto, ma l'insipidezza del progetto è rimasta. La mia impressione è che si sia semplicemente voluto sfruttare in tutta fretta il boom che andava delineandosi in quegli anni: il terreno era disponibile e sarebbe stato un peccato lasciarlo vuoto a prendere il sole. Il costo del resort, pari a soli $ 344 milioni ($ 510 milioni al giorno d'oggi) per 3.000 camere, in un'epoca di progetti miliardari, basta a rendere l'idea del tipo di lavoro compiuto".

Il poker live sulla Strip
La chiusura della room del Montecarlo era nell'aria da tempo: d'altronde MGM, per il poker, offre in quella zona una proposta unica con i 24 tavoli dell'Aria e i 37 del Bellagio.
L'area della Strip di Las Vegas rimane con 19 poker rooms e meno di 270 tavoli. Nel 2007, nel momento d'oro del poker in Nevada e negli Stati Uniti, vi erano 26 rooms e 396 tavoli nel cuore della città delle luci.
Oltre al Montecarlo, negli ultimi due anni hanno chiuso le poker rooms del Palms, M Resort, Circus Circus e Tropicana. Ad inizio 2015 The Liquid ha rinunciato ai suoi 6 tavoli, ma l'anno scorso ha deciso di garantire un'action minima alla propria clientela (4 tavoli).
Se ami Las Vegas, segui la nostra rubrica W Las Vegas
Supera il test che misura le tue capacità al tavolo di poker. Ottieni subito BANKROLL e COACHING