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PokerStars esce dal Portogallo, con vista sulla liquidità europea

PokerStars e Full Tilt hanno comunicato il loro ritiro ufficiale dal mercato portoghese. Il Governo lusitano ha avviato le procedure di regolamentazione e aperto le danze ai processi di assegnazione delle licenze.

Per questo motivo Amaya Gaming ha imposto a Rational Group una ritirata strategica, per poi rientrare dalla porta principale.

Apertura mercato

Su indicazione della Troika Finanziaria (Fondo Monetario, Commissione Europea e BCE), Lisbona ha dovuto cedere ed aprire al gioco online per incrementare le entrate fiscali, a garanzia dei creditori internazionali.

E’ stato così “rotto” il Monopolio Statale, per favorire l’apertura dei competitor internazionali. PokerStars ha deciso di puntare forte sul Portogallo, ingaggiando un testimonial top come Cristiano Ronaldo (a proposito in questi giorni è a Las Vegas, molto probabilmente per giocare il Main Event WSOP), in vista dell’apertura ad una liquidità comune europea.

Liquidità Europea

Ed il Portogallo potrebbe presto essere il partner ideale di Italia, Francia e Spagna: i membri dell’esecutivo lusitano hanno già partecipato a riunioni a Parigi e Roma con l’Agenzia dei Monopoli italiana e l’ARJEL. L’obiettivo – nel lungo termine – è quello di costituire un mercato condiviso, tra i paesi meno pronti alla liquidità del dot com.

PokerStars ha già commentato ufficiosamente: “stiamo aspettando e siamo pronti a richiedere una licenza in Portogallo, in modo tale da offrire divertimento, in un luogo sicuro e competitivo, per i consumatori lusitani”.

Se per PokerStars la scelta sembra scontata, non lo è per gli altri operatori internazionali.

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Tassazione

Il sistema di tassazione prevede un’aliquota fiscale che varia dal 15% al 30% sui ricavi lordi (rake lorda) in base ai volumi di gioco annuali per ogni singola società. Siamo vicini quindi ad una situazione insostenibile come ad esempio in Francia, dove il prelievo viene calcolato in modo diverso sui volumi ed è pari al 2% sull’ammontare del pot. Di fatto la pressione fiscale si avvicina al 40% del rake lordo.

Sono già usciti dal mercato portoghese brand famosi come PKR, William Hill, Betfair, 888 e Bet365. Non è ancora chiaro quale sia la loro politica, con ogni probabilità attenderanno le mosse degli altri competitor, per capire le potenziali quote di mercato aggredibili.

Ad esempio, 888Poker investirà nel mercato italiano solo in caso di liquidità comune europea. Una logica applicabile anche al Portogallo.

Con una pressione fiscale così elevata, a guadagnarci sarà solo il Governo. La società di consulenza PricewaterhouseCoopers ha calcolato che l’80% degli operatori si ritirerà entro un anno di attività, a causa di una tassazione insostenibile.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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