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PokerStars.fr banna gli austriaci. La nuova direttiva sull'IVA diventa un problema per il poker europeo

In Francia, PokerStars ha chiuso le porte ai giocatori austriaci. La room transalpina ha reso noto che diventa insostenibile accettare gioco dall'Austria a causa della doppia tassazione alla quale è sottoposta dall’1 gennaio, a seguito dell'entrata in vigore della sesta direttiva europea sull'IVA (VAT).

Il mercato del gioco online francese è un mercato nazionale regolamentato ma, rispetto a quello italiano, non è chiuso ed è aperto a tutti i residenti europei.

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Dall'1 gennaio PokerStars.fr però è costretta a versare le tasse al governo francese e a pagare l'IVA all' Austria.

La nuova legge prevede che gli operatori devono calcolare e pagare l'IVA in base alla residenza del giocatore e non più della sede legale della società.

Diversi paesi membri dell'Unione Europea hanno stabilito l'esenzione per il gioco d'azzardo online, ma l'Austria non è dello stesso avviso ed applica un'aliquota del 20% per ogni transazione nell'e-gaming, oltre alle altre imposte sul gioco.

Le leggi austriache per l'online sono finite nel mirino della Commissione Europea. Vi è più di un sospetto che il Governo voglia difendere gli interessi della potente lobby di Casinò Austria. Nel mercato nazionale opera un'unica poker room: win2day.

Secondo i commissari europei vi è il forte dubbio che a Vienna stiano violando i principi dei trattati UE ed in particolare la libertà di concorrenza e di stabilimento.

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Proprio perché le leggi austriache non sono considerate compatibili con il diritto comunitario, di fatto, i players possono ritenersi liberi di giocare sulle altre poker rooms mondiali. Non a caso, molti high rollers tedeschi sono residenti proprio a Vienna, per via del sistema fiscale favorevole per le persone fisiche. In Germania regna infatti il caos quando si parla di poker online ed i rischi di una contestazione penale da parte delle autorità è molto elevato.

Il Governo austriaco però vuole porre un freno ed ha deciso di applicare la nuova direttiva sull'IVA sul gambling online.

In tutti i casi, in Francia vi è già il problema cronico della tassazione nel cash game, dove viene applicata un'aliquota del 2% sul pot, pari a circa il 37% della rake lorda. In Gran Bretagna, per esempio, è del 15%, in Italia del 20%, per farvi capire l’insostenibilità dell’offerta transalpina (non a caso proprio a Parigi hanno inventato forme alternative, ad iniziare dagli “Espresso”, poi ripresi anche da PokerStars con il format degli Spin and Go).

Come detto, le poker rooms transalpine possono accettare gioco da tutti i residenti europei ma Winamax e PokerStars.fr avevano già chiuso le proprie porte ai players britannici, per via della nuova legge che introduce il criterio del punto di consumo nel Regno Unito. Le due rooms, in questo modo, hanno voluto evitare la doppia imposizione. Ed ora PokerStars sta adottando la medesima strategia con gli austriaci.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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