Goldman, dopo averci svelato i retroscena della trattativa con Ben Affleck, ci regala un’altra chicca, assicurandoci che tra la vecchia Harrah's-WSOP e PokerStars, i rapporti non sono mai stati facili.
"Siamo nel 2006 ed eravamo la seconda room al mondo, dietro a PartyPoker ma in forte crescita: nel 2005, Party era 5 volte noi, un anno dopo era solo 2,5 più grande. Il nostro impatto con il Main Event WSOP è stato tangibile: da 37 giocatori su 839 nel 2003 (4,4%), siamo passati a 1.624 su 8.773, pari al 18,5% nel 2006. Solo i giocatori di PokerStars hanno raddoppiato il field dell'intero Main Event di tre anni prima”.
“Se facciamo due conti, 16.240.000 $ andavano da PokerStars ad Harrah's (ora Caesars) in quel periodo. Solo di rake parliamo di 1,3 milioni di dollari che rimanevano nelle casse del Rio, senza contare che abbiamo promosso WSOP per 5 mesi, più calcoliamo l’indotto creato ai tavoli di cash game e spese varie: camere, ristoranti e tutto il resto. Dovremmo giungere alla conclusione che Harrah's amava alla follia PokerStars. Come no? PokerStars era una fonte di ricavi per loro importante. Ed invece niente di vero, Harrah's rese la vita impossibile a PokerStars durante le WSOP".
L'ex manager racconta di una riunione operativa, nella quale un funzionario di Harrah's dichiarò guerra aperta a Stars: "sono andato a maggio per definire i dettagli per la nostra presenza alle WSOP, insieme con Sharon, mia moglie, nostro direttore per gli eventi. Ho incontrato un dirigente di Harrah's per discutere di logistica e dello spostamento di molti soldi dall'Isola di Man al Rio. 'Voglio essere molto chiaro - ha esordito - non ho bisogno di te. Voi ragazzi di PokerStars, fate le vostre fortune sul retro bottega del WSOP. Non sta certo a noi rendervi la vita più facile".
Il problema è che a luglio, PokerStars doveva versare oltre 16 milioni di dollari in quote d'iscrizione per i players qualificati online. Il funzionario di Harrah's, nell'occasione, ribadì: "Non accetteremo soldi da PokerStars ma solo dai giocatori e non accetteremo neanche assegni circolari".
Sul suo blog, Goldman racconta come sia riuscito a gestire, con la moglie, oltre 16 milioni cash a Las Vegas, con borse piene zeppe di dollari che facevano avanti e indietro dalle strutture di Harrah's.
Ma la guerra non finì lì: pagati i buy-in, all’inizio del Main Event, accade il secondo incidente diplomatico. Lo stesso funzionario delle WSOP chiamò Goldman: "mi avvisò che era loro intenzione sospendere qualsiasi giocatore che indossava abbigliamento con logo che terminava con dot com. Proprio nel 2006 regalammo a tutti i nostri giocatori un kit fantastico di abbigliamento brandizzato PokerStars.com, con parecchi gadget ed inoltre con magliette da baseball, hockey, football, con patch cucita. Questo era un vero problema per noi ma dopo averci pensato, evitammo il peggio. Comprammo decine di rotoli adesivi per coprire il dot com e far giocare liberamente i nostri players".