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Il Governo propone il "riordino nel settore dei casinò". Nuove sale in arrivo?

Nel documento di proposta formale del Governo che sarà presentato in "Conferenza unificata" nei prossimi giorni e dovrà essere sottoposto all'approvazione degli Enti Locali sulla querelle slot e gioco d'azzardo (tema che oramai pone in conflitto Comuni e Regioni contro l'esecutivo Gentiloni), spunta una norma che rappresenta un'autentica novità:

".... realizzare, in collaborazione con il Ministero degli Interni e gli Enti Locali interessati, una revisione dell’attuale disciplina dei Casinò, finalizzata al risanamento del settore e a una razionale distribuzione nel territorio nazionale, anche allo scopo di aiutare la scelta di ridurre la frammentazione della attuale diffusione territoriale del gioco".

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Ridurre le slot in luoghi sensibili

La norma (che è contenuta nel documento predisposto dal Governo e pubblicato dall'agenzia Agimeg) sarà proposta agli Enti Locali e ripercorre la vecchia idea di ridurre il parco macchine in bar e tabacchi (il Governo si è impegnato a tagliare il 30% delle slot entro il triennio) a vantaggio di nuove sale, sia slot rooms che casinò classici. 

In questo modo, il gettito fiscale sarebbe comunque garantito, ma non ci sarebbe il rischio di "contagio" e contatto diretto di minori ed altre persone esposte che frequentano, ogni giorno, bar e tabacchi per motivi che esulano l'azzardo.

Perché la proposta conviene ai Comuni

La soluzione potrebbe (il condizionale è d'obbligo) piacere agli Enti locali, per due motivi:

  • le risorse dei quattro casinò esistenti sono gestite dai Comuni e tutto fa pensare che anche le nuove sale sarebbero gestite dai Municipi. In questo modo, gli Enti tornerebbero in possesso di risorse extra derivanti dal gioco d'azzardo, come succedeva una volta con il gettito delle slot e che è stato il vero punto di rottura con il Governo.
  • vi sarebbe una razionalizzazione dell'offerta: meno macchinette sparse nei centri e nelle periferie.

Poker live: casinò per razionalizzare la diffusione di circoli non autorizzati

Aggiungiamo noi che l'apertura di nuovi casinò va solo a replicare la positiva esperienza estera (nulla di straordinario), come avviene in paesi civili ed evoluti come Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Francia e Germania, dove non si assiste allo scempio italiano con macchinette in ogni angolo delle città e con un'ampia diffusione di circoli per il poker non autorizzati dove si gioca a cash game senza alcun controllo.

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Alcuni media generalisti hanno già sollevato polemiche sterili, quando invece sarebbe perseguito realmente l'obiettivo di razionalizzare la "distribuzione nel territorio nazionale, anche allo scopo di aiutare la scelta di ridurre la frammentazione della attuale diffusione territoriale del gioco".

Aperture in aree turistiche: il gettito non sarebbe più garantito dai ludopatici

Le location sarebbero scelte in aree turistiche (in passato si erano candidate Taormina, Viareggio/Montecatini, un'altra ipotesi affascinante sarebbe Rimini) e potrebbero essere gestite direttamente dai 4 casinò esistenti, come propose Federgioco due anni fa (l'ipotesi trapelò sul Corriere della Sera e attirò aspre critiche dell'opinione pubblica, finendo così dentro un cassetto).

In questo modo il gettito fiscale potrebbe essere garantito più dalla massa di turisti che da ludopatici, come avviene in grandi città come Londra. Inoltre i casinò sarebbero un'ulteriore attrazione per rilanciare aree depresse e darebbe occupazione a parecchie persone, come avviene in tutti i paesi civili del Mondo.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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