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Alec Torelli: “Il poker ha bisogno di eroi”

Spesso sottolineiamo quanto la figura del giocatore di poker in Italia sia così poco rispettata e compresa socialmente, ma a quanto pare non è detto che all'estero le cose siano poi troppo migliori.

Alec Torelli ha recentemente dedicato una pagina del suo blog a questo argomento, evidenziando diverse cause: “Il motivo per cui i giocatori di poker vengono percepiti come gambler compulsivi è che spesso si comportano come se lo fossero. Il fatto che si possa entrare al Bellagio in tuta e con la barba incolta non significa che sia una buona idea. Nessun altro se ne va in giro per il casinò come se fosse un senzatetto”.

Secondo Alec i giocatori troppo spesso si dimenticano di “fare sistema”, a differenza di quanto accade per gli uomini più in vista del mondo dello sport: “Kobe Bryant o Roger Federer non se ne vanno in giro per la città comportandosi come bambini, perché sanno che questo danneggia la loro immagine, i loro sponsor ed il loro sport in generale”.

La colpa secondo Torelli sta anche nei media, che talvolta indugiano più volentieri su personaggi e situazioni negative piuttosto che il contrario, ma la soluzione in definitiva è una sola: che siano gli stessi players a cambiare atteggiamento, regalando all'esterno un'immagine migliore e più socialmente accettabile.

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C'è bisogno di più eroi nel mondo del poker, di personaggi che fungano da ambasciatori e da esempio, così come è necessario mantenere alcune rivalità, proprio come accade nello sport. I giocatori devono cercare di accantonare il loro individualismo, pensando a cosa sia meglio in un'ottica di lungo periodo”.

Dei buoni propositi, senza dubbio, pensati per prendersi cura anche della gallina e non solo delle uova: chissà però chi saprà farsene carico, a maggior ragione in questo periodo...

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