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Antonius: “potrei diventare il più grande perdente del poker”

patrik-antoniusUn timido sole illumina il lungomare di Cannes ma Patrik Antonius non riesce a sorridere. Il finlandese, a pochi chilometri dalla sua favolosa residenza di Montecarlo, ha trovato il tempo per parlare a cuore aperto della sua situazione personale (non semplice) e dell’action folle di Macao. Neanche il Main Event delle WSOPE (che lo vede tra i protagonisti nei primi giorni del torneo) riesce a sollevargli il morale.

Macao
La capitale asiatica è diventata un punto di riferimento per i giochi di cash game high stakes, soprattutto da quando i regulars di Full Tilt Poker non possono più grindare online per i noti problemi della room: “si gioca ai massimi livelli a Macao. A volte può essere frustrante perché non è sempre facile trovare action ma quando si parte non si scherza, il livello generale del gioco è sorprendente. Sono rimasto davvero impressionato, all’inizio ho sottovalutato quasi tutti ma ti assicuro che in ogni sessione c’è stata l’occasione per esclamare: wow!”.
In Asia si picchia duro ai tavoli: “è pericoloso perché a tutti noi piace bluffare e fare chiamate importanti. Ma è un gioco molto divertente e le sessioni durano più di 16 ore”.

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Sponsor
Antonius mostra la sua proverbiale freddezza finnica quando si tratta di commentare lo scandalo che ha travolto Full Tilt Poker: “in questo momento non sto giocando online; sto solo aspettando lo sviluppo della vicenda. Naturalmente non avevo nulla a che fare con la gestione del sito, ho solo avuto rapporti di marketing con la room. Avevo un contratto di sponsorizzazione. Le notizie le ho apprese dai media, nessuno si è mai degnato di informarmi, io sono sempre l’ultimo a sapere. Ho fatto chiamare Howard (Lederer, ndr) ad inizio estate, avrei dovuto incontrarlo ma ero troppo occupato e non so neanche se lui era a Las Vegas”.

Milioni persi?
Per anni il suo nome è stato sinonimo di vittorie e impressionanti ricchezze accumulate ai tavoli da poker, ma ora la sua situazione economica non è delle migliori: “è molto difficile e se Full Tilt Poker dovesse fallire, sarò uno dei più grandi perdenti della storia. Ho un sacco di soldi bloccati sul sito e rischio di perdere anche un paio d’anni di stipendio. Tutti nel settore dovrebbero preoccuparsi di quello che sta succedendo. La reputazione del poker rischia di essere compromessa e mi dispiace molto “.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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