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Borgata Winter Open: si ai rimborsi... ma esplode la polemica

Un comunicato della DGE (la commissione di controllo del gioco nel New Jersey) ha finalmente sciolto le riserve riguardo il caso delle chips false introdotte da Christian Lusardi nel corso del torneo Winter Open svoltosi a gennaio al Borgata. Il provvedimento sta facendo molto discutere sia per quanto riguarda le somme elargite che per il metodo utilizzato nello stabilire quanto e a chi spettasse il rimborso. Ricapitoliamo brevemente la questione e vediamo nel dettaglio la decisione della DGE.

Il torneo diventato tristemente famoso è il Borgata Winter Open, uno degli eventi più importanti dell'anno per il poker a stelle e strisce grazie all'incredibile montepremi garantito di due milioni di dollari. Il buy-in contenuto (550 dollari) attirò un field di 5.000 iscritti che dopo le prime due giornate erano solo più 27. Nessuno dei superstiti riuscì comunque a giocare il day 3 dato che il torneo venne interrotto quando furono trovate una serie di chips false per un valore complessivo vicino al milione.

L'unico indiziato della truffa fu Christian Lusardi e sulla sua colpevolezza ormai non ci sono più dubbi dato che a casa sua sono state trovate centinaia di chips contraffatte provenienti dalla Cina. L'interrogativo, dunque, era quello di capire le sorti dei 27 giocatori rimanenti.

Dopo lunghe e tormentate riflessioni, la DGE ha finalmente emesso il suo provvedimento, che per prima cosa prevede il rimborso dei 60 dollari di fee a tutti i giocatori iscritti al torneo, ovviamente a carico del Borgata. Il casinò dovrà anche restituire i 560 dollari del buy-in a 2.143 giocatori che non sono andati a premio e , stando alle analisi della DGE, avrebbero potuto trovarsi coinvolti nel traffico delle chips false, mentre per altri 2.218 iscritti che non hanno centrato l'ITM non ci sarà alcun tipo di rimborso dato che non avrebbero avuto contatti con Lusardi e le sue fiches contraffatte.

Le decisioni che hanno suscitato più clamore, tuttavia sono le seguenti: tutti i giocatori che sono andati a premio non avranno diritto a nessun tipo di rimborso, anche se erano a diretto contatto con Lusardi; i 27 finalisti verranno premiati con una ripartizione egualitaria del montepremi rimanente, il che vuol dire 19.323 dollari a testa.

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Le famigerate chips false introdotte da Christian Lusardi

Questa sentenza lascia senza dubbio molte perplessità, a partire dal criterio con il quale determinare chi fosse stato influenzato dal traffico di chips false (criterio basato sugli spostamenti dei giocatori nelle varie sale del casinò) per finire con la mancata motivazione per cui i giocatori a premio non avrebbero diritto ad alcun tipo di risarcimento. Sono poi molti coloro che ritenevano più giusto l'utilizzo dell'ICM (Indipendent Chips Model) per determinare la suddivisione dei premi tra i 27 finalisti ma in questo caso la motivazione della DGE sembra essere valida: la differenza di stack tra un player e l'altro è stata fortemente influenzata dalle chips contraffatte, quindi è stato ritenuto più corretto dividere alla pari.

Come detto, il dibattito si è scatenato sui forum americani e molti dei giocatori coinvolti in prima persona hanno deciso di proseguire con le vie legali contro il Borgata dopo la class action di febbraio: è opinione diffusa che il casinò debba essere ritenuto responsabile del fatto e di conseguenza debba risarcire tutti i giocatori iscritti a un torneo che sarebbe poi risultato falsato.

Vedremo come andrà a finire questa fumosa questione, certamente l'immagine del Borgata ne risentirà ulteriormente dopo le moltissime critiche ricevute per le recenti accuse di truffa nei confronti di Phil Ivey.

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