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Daniel Negreanu

Daniel Negreanu: "Anni fa organizzavo home games. Ivey? Non se la passa bene, non può parlare"

Prima di diventare un giocatore professionista di poker, Daniel Negreanu era un abituè delle sale da biliardo di Toronto. Lì bazzicava fin da quando era adolescente e lì scoprì il poker, parlando con altri giocatori che alternavano alle stecche alle carte. Daniel si sedette al tavolo per la prima volta in un home game della città canadese e pur prendendo alcune clamorose batoste, si innamorò subito del poker.

Questa storia è nota ai fan di Kid Poker, ma pochi sanno che il giocatore di origini rumene ha vissuto un periodo della sua carriera in cui non solo giocava ma era anche l'organizzatore di partite private. Un ruolo simile a quello di Molly Bloom, con la differenza notevole che anche lui si sedeva al tavolo e le cifre in ballo erano bassissime.

Quando Daniel Negreanu era un giocatore da home game

"Prima di iniziare professionalmente ero un giocatore da home game", dice Negreanu, che è diventato un pro solo quando ha lasciato il Canada per trasferirsi a Las Vegas alla fine degli anni Novanta. "Quando ero giovane giocavo nello scantinato di questi miei amici israeliani. Gli anni sono passati ma siamo rimasti amici e ogni tanto giochiamo ancora".

Qualche anno fa, intatti, Daniel aveva postato la foto di un home game proprio con gli stessi giocatori israeliani con cui era cresciuto pokeristicamente:

Nonostante oggi Daniel Negreanu sia un pro da decine di milioni di dollari vinti, di tanto in tanto continua a sedersi con i vecchi amici a un tavolo con pochi dollari in mezzo. Il motivo è legato all'affetto per queste persone, ma c'è di più: Kid Poker non solo gioca questo home game, ma lo organizza personalmente. Questo comporta tante responsabilità ma anche la possibilità di mantenere la mente allenata.

"16 o 17 anni fa, prima di giocare a poker, giocavo tantissimo a biliardo e conobbi questi miei amici proprio nelle sale da biliardo. Dopo qualche tempo a giocare, iniziai ad organizzare personalmente gli home games. Organizzavo tutto io, compravo la birra e mangiavamo quello che c'era in frigo. All'epoca volevo tenere tutto monitorato, e lo faccio ancora oggi. Prendo carta e penna e non solo mi segno i bilanci dei giocatori al tavolo ma anche le singole puntate: "tizio punta un dollaro", "caio chiama" etc. Così so tutto quello che succede al mio tavolo, ma non solo: fu così che imparai facilmente la matematica del poker, segnando tutto quello che succedeva e facendo personalmente i calcoli".

 

Non solo Hold'em

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Vista la sua esperienza da organizzatore di home games, Daniel ha un consiglio da dare a chi è solito giocare nelle partite private: non proponete sempre e solo Hold'em.

"Se organizzi gli home games, devi proporre altre varianti oltre all'Hold'em, altrimenti diventa noioso. È fondamentale creare giochi nuovi e assurdi. E poi negli home games è importante fare coinflip al buio, magari nell'Omaha, per intrattenere gli ospiti. L'Hold'em è un gioco molto interessante e basato sulle skills ma non è divertente come altre varianti. Se volete un home game di successo, inventate nuove varianti!"

Daniel Negreanu

E su Phil Ivey...

Infine, Daniel ha anche parlato di Phil Ivey. Un paio di anni fa aveva promesso che avrebbe portato King Phil nel suo podcast ma non ci è ancora riuscito. Daniel assicura che ce la farà e spiega i motivi dietro a questa assenza.

"Porterò Phil Ivey nel mio podcast, ne sono sicuro. Lui mi deve un favore, quindi lo farò venire. Il problema è che ora non se la passa benissimo. La causa legale con il Borgata non gli permette di partecipare ad eventi pubblici, perché potrebbe dire cose che lo penalizzerebbero in tribunale".

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