A Daniel Negreanu la "first card dead rule" introdotta dalla Tournament Director Association non è andata giù, e così come aveva promesso è tornato a parlarne recentemente in un video.
Secondo la TDA, "bruciare" la mano di un giocatore che non sia presente al tavolo quando le carte cominciano ad essere distribuite è un modo per preservare l'integrità del gioco, ma il canadese al pari di molti noti professionisti non è affatto d'accordo con quest'idea.
"Si tratta di una regola che anche all'EPT è stata accolta da molte lamentele - spiega - credo che l'errore sia far piovere queste nuove regole dall'alto presentandole come migliori, anche quando la maggioranza è contraria".
Daniel Negreanu, divertito nonostante i 146.000 $ persi alle WSOP (courtesy of Bluff.com)
Secondo Daniel, nessuno dei regular che spende centinaia di migliaia di dollari l'anno in buy-in per tornei attorno al mondo ha accolto con favore questa novità, ed il punto per "KidPoker" è proprio questo: perché introdurre cambiamenti sgraditi alla maggior parte dei propri "clienti"?
"Non siamo giocatori di NBA, ma players che rischiano i propri soldi - sottolinea Negreanu - per questo le nuove regole dovrebbero essere sempre concordi con quello che i giocatori chiedono".
Il pro di PokerStars propone che cambiamenti simili passino almeno al vaglio di una rappresentanza di professionisti stimati, ad esempio consultando alcuni fra quelli meglio posizionati nel Global Poker Index, gli stessi che poi partecipano con regolarità alle grandi manifestazioni.
Il suo appello verrà ascoltato? Difficile prevederlo. Quel che è certo è che la sua è una voce pesante all'interno del mondo del poker, il cui eco indubbiamente è capace di arrivare lontano: vedremo se finirà per sfiorare anche le orecchie giuste, quelle di chi è in grado di cambiare le cose.