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Doug Polk: "Quando ho iniziato non riuscivo a vincere, poi la svolta e i primi $100.000"

Fino a qualche anno fa Doug Polk non era una celebrità del poker. Era certamente un nome noto nella comunità online statunitense, ma non lo si poteva definire un personaggio famoso tra gli appassionati di tutto il mondo. Da quando ha lanciato la sua scuola di poker UpSwing Poker la sua fama è aumentata a dismisura: grazie alle tante polemiche ma anche e soprattutto ai contenuti di altissima qualità che posta su Youtube e alle dirette streaming chilometriche su Twitch, Doug Polk ha acquisito un vasto seguito di followers.

Una così improvvisa notorietà significa anche che molti dei suoi fan non conoscono la sua storia: sanno che gioca alcune delle partite più alte al mondo, sanno che è considerato un ottimo giocatore (probabilmente il migliore nell'heads-up No-Limit Hold'em, come ama spesso ricordare), ma non sanno come è arrivato così in alto. Consapevole di questa circostanza, Doug ha pubblicato un vlog su Youtube nel quale ha ripercorso la sua carriera e ha parlato della difficile scelta che deve compiere oggi.

"Mi sembra che molte persone guardino ai giocatori high stakes pensando che siano sempre stati ai massimi livelli. In realtà non è proprio così", ha spiegato "WCG|Rider" prima di ammettere che per lui non fu per niente facile scalare i livelli. "Guardando indietro, i miei primi 5-10 depositi sono andati tutti in fumo. Nei primi due anni ho faticato tantissimo, il mio gioco è diventato profittevole solo dopo 8-10 mesi, forse un anno".

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Anche Doug Polk ha faticato come tanti aspiranti professionisti. Il suo primo anno è stato un disastro, al punto che ha pensato più volte di non essere proprio in grado di vincere: "Ho perso molti soldi all'epoca, soldi che nella mia vita facevano la differenza. Ricordo di aver depositato $50, di averli persi ed essermi svegliato il giorno successivo completamente devastato. Su Twoplustwo ci dovrebbe essere un thread nel quale dico di aver toccato il fondo, di non riuscire nemmeno a vincere ai microstakes".

Poi la svolta, che paradossalmente non è arrivata grazie al poker heads-up ma attraverso lo studio del cash game full ring (tavolo a 9 o 10 giocatori). "Ho preso il volo giocando il full ring poker. Da lì ho fatto crescere il mio bankroll, da molto basso a molto grande. Sono salito fino ad avere $100.000 e a quel punto è iniziato il tutto: ho mollato la scuola, ho comprato la mia prima Mercedes e tutte queste belle cose".

Ciò non significa che da quel momento sia stato tutto rose e fiori, perché anche Doug è stato uno grinder sui quali il Black Friday si è abbattuto come un uragano: "Nel 2011 ho vissuto un downswing devastante, che ha coinciso con il Black Friday. Ho perso tanti soldi ai tavoli e avevo i fondi di Full Tilt bloccati. È stato un disastro, uno dei momenti più tristi della mia vita".

L'ultima fondamentale tappa della sua carriera è iniziata con UpSwing Poker. Per pubblicizzare la sua scuola di coaching ha iniziato a produrre contenuti su Youtube e a fare dirette su Twitch, scoprendo di apprezzare molto questa attività più social e meno legata al mondo high stakes.

"È strano ora, sento che la mia carriera sta avendo una transizione", ammette. "Due o tre anni fa ho capito che non avrei più avuto avversari, un bel problema nell'heads-up (nessuno voleva giocarci contro nel No-Limit Hold'em perché considerato troppo forte, ndr). Ho quindi iniziato a fare coaching, a prendere i miei studenti e farli diventare ottimi giocatori come successo con "Donger Kim". Il fatto è questo non è appagante: non è il tuo viaggio, è il loro, e non è la stessa cosa".

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"Upswing poker mi ha dato nuovi stimoli, è qualcosa che mi è mancato moltissimo negli ultimi anni. Ho sempre cercato di fare qualcosa del genere, prima con gli scacchi, poi con i videogames, persino con la musica (è andata malissimo). Questa è una battaglia per me: riuscire a creare bei contenuti e raggiungere molte persone".

Parallelamente, però, qualche reg è tornato a dargli action nell'heads-up No-Limit Hold'em, causandogli un problema non da poco: "Ora la gente vuole giocare di nuovo contro di me! Ho giocato contro Ben Sulsky ed ero un po' arrugginito, non ero a conoscenza di alcune nuove strategie. Per la prima volta nella mia vita ho capito di avere due opzioni differenti su cosa fare e dove spendere le mie energie: sarò un giocatore high stakes oppure continuerò a produrre contenuti? Nessuna delle due è un'attività part-time".

Il futuro di Doug Polk è agli High Stakes o davanti alla telecamera? Non lo sa nemmeno lui, ma di una cosa, in pieno WCG|Rider-style - è certo: "Credo che siano entrambe ottime opzioni e sono sicuro di poter avere successo in entrambe".

 

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