Tra Doug Polk e Daniel Negreanu non corre buon sangue, come dimostrano le continue frecciatine che i due si lanciano sui social media da diversi mesi. Il primo è stato "WCG|Rider" , che ha velatamente accusato il collega di aver copiato lo stile del suo canale YouTube; successivamente Negreanu ha dichiarato che fare video su YouTube utilizzando materiale coperto da copyright (come gli episodi del Poker After Dark) è scorretto (il riferimento a Polk è chiaro).
A quel punto Doug ha spostato la diatriba su un altro piano: in un video ha sostanzialmente detto che Negreanu appartiene alla categoria dei giocatori famosi ma scarsi.
Con la ripresa della Bankroll Challenge e il conseguente ritorno su Twitch, era inevitabile che qualche follower chiedesse a Doug un parere su "Kid Poker". Fin dal primo giorno di streaming la chat è stata presa d'assalto da battute e riferimenti al canadese, pertanto "WCG|Rider" non si è potuto tirare indietro. Ma il suo non è stato un attacco frontale.
"Sinceramente, penso che Negreanu sia una bella persona", ha dichiarato mentre giocava ai tavoli di PLO 50. "Di lui non mi piace ciò che va a dire alla gente: prima sostiene che "la rake più alta è meglio", poi dice "eh, ma dovete contestualizzare le mie frasi". Devi prenderti la responsabilità degli errori che commetti".
Quando parla della rake, Doug si riferisce a un lungo podcast nel quale Negreanu ha spiegato che in alcune circostanze la rake più alta può essere un bene per il gioco. In poche parole, il suo punto di vista è che se la rake più alta serve a tenere lontani i professionisti, i giocatori occasionali in realtà perdono meno soldi, pur pagandone di più alla casa. Un'opinione che ha fatto ovviamente discutere e ha suscitato un gran numero di critiche verso il team pro di Pokerstars, specialmente dai professionisti dell'online.
Polk è stato uno dei primi ad attaccarlo per queste frasi, ma in diretta su Twitch ha in un certo senso giustificato Negreanu: "Non penso che sia una cattiva persona. Penso che sia stato messo in una situazione difficile da Pokerstars".
Da quando c'è stata la rivoluzione del Vip System che ha penalizzato fortemente i grinder, Doug è stato uno dei principali oppositori di Pokerstars. In base a ciò che ha dichiarato su Twitch, non ha un astio particolare nei confronti di Daniel Negreanu, ma verso l'azienda che rappresenta. Proprio per questo motivo è fiero di non essere sponsorizzato da nessuna poker room e di non voler accettare alcuna proposta: in questo modo può continuare ad essere libero di dire ciò che vuole.
"Non voglio essere messo in una posizione nella quale chi mi sponsorizza fa qualche casino e io devo difenderli", ha spiegato. "Voglio essere in quella posizione in cui, se una poker room non rispetta i suoi clienti o non fa il bene del poker o truffa le persone o ruba i soldi, io posso dire ciò che penso. Non voglio perdere questo diritto".
Dopo queste dichiarazioni, qualcuno in chat gli ha chiesto se il suo fosse un attacco a chi sceglie di farsi sponsorizzare, accettando soldi in cambio di compromessi. Doug chiarisce che non è così: ognuno è libero di seguire la sua strada.
"Fortunatamente, sono in una posizione nella quale posso fare e dire ciò che voglio, perché non ho bisogno di soldi. È una posizione unica".
In questo modo, Doug Polk si è confermato uno dei pochissimi personaggi nel mondo del poker a non dover rispondere a nessuno delle sue dichiarazioni. Un privilegio raro ma acquisito: il professionista di Las Vegas ha vinto svariati milioni di dollari ai tavoli lavorando sodo e affidandosi alle sue abilità. Così ha ottenuto non solo la libertà finanziaria, ma anche quella intellettuale.
© riproduzione riservata
“gli articoli di attualità, di carattere economico, politico, religioso, pubblicati nelle riviste o giornali, possono essere liberamente riprodotti in altre riviste o giornali anche radiofonici, se la riproduzione non è stata espressamente riservata, purché si indichino la rivista o il giornale da cui sono tratti, la data e il numero di detta rivista o giornale e il nome dell’autore, se l’articolo è firmato” (art. 65 legge n. 633/1941)