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Eli Elezra

Eli Elezra, dalle umili origini al poker high stakes: "Ho fatto i soldi... pescando in Alaska!"

Oltre $3,6 milioni vinti in carriera nei tornei live, tre braccialetti alle World Series of Poker, infinite partecipazioni ai principali show di poker in tv: in due parole, Eli Elezra. Il cinquantottenne israeliano è stata una delle icone del poker negli anni del boom, e ancora oggi è tra i player più conosciuti al mondo.

In occasione del lancio della sua autobiografia, Pulling the Trigger: The Autobiography of Eli Elezra, il campione ormai trasferitosi stabilmente a Las Vegas è stato intervistato da CardPlayer Lifestyle, raccontando le proprie origini e la nascita di uno degli show più amati di sempre: High Stakes Poker.

Eli Elezra
Eli Elezra

Dall’esercito israeliano… ai conservifici in Alaska

Non è una novità, perché Eli Elezra lo ha raccontato spesso, ma c’è una curiosità relativa ai quattro anni passati dal pokerista nella Brigata Golani (le forze di difesa dell’esercito israeliano, un po’ come i Berretti Verdi made in USA) che forse in pochi conoscono.

“Mio figlio Jonathan è di Kotzebue, in Alaska. Il motivo per cui ci sono andato è che quando ero luogotenente nella Brigata Golani, uno dei miei ufficiali mi disse: ‘Ma lo sai che si può guadagnare un sacco di soldi nel business del pesce in Alaska?’.

Aveva ragione al 100%. Fu incredibile. Andai lì e guadagnai tantissimo denaro, abbastanza da viaggiare per tutto il Medio Oriente. E quando finii i soldi in Medio Oriente, invece di tornare in Israele tornai in Alaska, e ci stetti per altri tre anni. L’Alaska era spettacolare: pescavamo e andavamo a caccia tantissimo”.

La nascita di High Stakes Poker

Eli Elezra ha poi ricordato il momento esatto in cui nacque High Stakes Poker, la fortunata serie televisiva sul Texas Hold’em per veri squali: “Me lo ricordo come fosse ieri. Stavamo giocando (nella Bobby’s Room, ndr) io, Doyle Brunson, Chip Reese, Gus Hansen e credo ci fossero anche Phil Ivey e Barry Greenstein.

Entrò Mori Eskandiani (creatore e produttore dello show) e disse che voleva trasferire questa stessa partita in tv, per farne uno show. Ricordo che Chip cominciò a fare domande, voleva sapere se avremmo potuto parlare di quel che volevamo e fare ciò che volevamo, e Mori rispose semplicemente di sì”.

Promessa mantenuta, tanto che nelle prime due stagioni di High Stakes Poker i protagonisti si lanciarono in numerose prop bet: “Dopo la seconda stagione, però, Mori ci disse che la gente comune non capiva bene cosa stessimo facendo e così smettemmo con le prop bet”.

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Ma come andò per Eli Elezra a quei tavoli high stakes? Mi comportai piuttosto bene, guadagnai dei bei soldi. Subito dopo la vittoria di Moneymaker (al Main Event WSOP, ndr) la gente cominciò a pensare di potere essere un buon giocatore di poker, che chiunque potesse giocare. Fu l’apice della mia popolarità“.

The Corporation vs Andy Beal

Eli Elezra ha poi ricordato di una delle ‘faide’ più famose nella storia del poker, The Corporation contro il ricco Andy Beal. Anni fa, parecchi professionisti degli high stakes, tra cui lo stesso israeliano, Phil Ivey, Doyle Brunson e Jennifer Harman, unirono il proprio bankroll per accettare la sfida del banchiere Andy Beal, convinto di poter battere chiunque.

Per un breve periodo, Eli Elezra fu il capitano del team: “Ma non giocai mai contro Andy, perché non ero un granché nel Limit Hold’em. Ricordo che ci giocammo contro una quindicina di volte, ma io fui il capitano una sola volta e partner per circa la metà delle sessioni. Guadagnai, ma capii subito che non avrei potuto giocarci contro.

Lui voleva giocare al Wynn, perché pensava che al Bellagio non avrebbe potuto fare soldi. Al Wynn fu divertente, in realtà: lui ci batté per $10 milioni, prima che Phil Ivey gliene scucisse 37 (in realtà tutte le fonti parlano di $16,6 milioni, non 37, ndr). Insomma, alla fine vincemmo $27 milioni. Fu spettacolare”.

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