Alcuni giorni fa abbiamo parlato di passioni, di come gestirle e in che modo distinguere quelle "vere" da quelle "apparenti".
Lo abbiamo fatto basandoci sui consigli di uno che dalla passione per il poker ci ha costruito una fortuna facendo il massimo nel minor tempo possibile.
Parliamo ovviamente di [tag]Fedor Holz[/tag], classe '93, che a 27 anni si è potuto permettere di ritirarsi quando ancora i suoi coetanei - quelli di successo s'intende - si trovano lì a sgomitare per raggiungere anche solo un decimo dei suoi traguardi.
E se al momento non si trova in cima alla all-time money list mondiale è solo perché non gli interessava arrivarci.
Anzi, più semplicemente perché da un anno e mezzo a questa parte ha disertato i tornei live, altrimenti state pur certi che qualcosa sarebbe andato diversamente.
In questo Articolo:
Run, run, run...
C'è stato un anno, il 2016, in cui gli riusciva qualsiasi cosa. In tanti hanno bollato la sua striscia di vittorie come qualcosa di inerente più al volere del fato che al suo indiscusso talento: "bravo è bravo, ma che...run".
Che a poker non si vinca a colpi di sfiga è un dato di fatto, ma è altrettanto evidente che per fare qualcosa di memorabile bisogna avere una marcia in più degli altri, aver capito per primi ciò che la maggioranza non è nemmeno in grado di immaginare.
Ricondurre lo straordinario a misura d'uomo, filtrandone i contorni attraverso le lenti dell'ordinario è l'errore che in tanti hanno commesso nel tentativo di comprendere un passaggio molto banale: "perché lui sì e io no?"
E quando ci si sforza così poco per capire come funziona il tutto è normale che si finisca a parlare, quasi esclusivamente, di fortuna.
Cogito, ergo facio
Porsi degli obiettivi è legittimo, in qualsiasi campo. E il poker non fa eccezione.
Eppure nella maggior parte dei casi il fallimento è dietro l'angolo e le ragioni che adduciamo alla cattiva riuscita di un qualcosa risultano essere più che altro delle scuse, delle giustificazioni.
Il motivo? Ce lo spiega Fedor:
"Sono arrivato a capire questo passaggio quando mi sono posto una domanda sugli obiettivi che intendevo raggiungere. La sensazione era che, molte volte, mi trovavo a fare delle cose non tanto per me stesso, quanto per gli altri.
Faccio un esempio concreto: mi piace fare delle escursioni e mi pongo l'obiettivo di fare un determinato percorso che mi garantirà un certo tipo di riconoscimento dall'esterno.
La mia scelta in questo caso, non si basa esclusivamente sulla mia passione quanto piuttosto su quel che riceverò come tornaconto una volta completato il percorso.
Ciò che bisogna chiedersi invece è: quanto questo attività mi porterà della gioia o quanto invece mi piacerà aver spuntato la mia checklist personale in modo che gli altri possano apprezzare quel che di buono ho fatto?
A volte ci si perde a pensare troppo all'immagine che vorremmo proiettare di noi stessi sugli altri invece di focalizzarci su ciò che realmente ci fa piacere."
Liberi di scegliere
"Se mi piace davvero fare un'escursione perché non scegliere un percorso che non conosce nessuno o che in pochi hanno fatto, invece di buttarsi subito a farne uno che non mi soddisfa più di tanto ma che mi garantisce maggior riconoscimento?
Poi ovviamente, dopo aver accumulato un po' di esperienza potrei anche scegliere di fare dei percorsi diversi, più impegnativi, ma questa sarà solo una conseguenza del fatto che sia diventato più esperto e che voglia espandere i miei orizzonti . Non c'è però un fine diverso da quello di soddisfare una mia passione.
A volte si sceglie in base allo status symbol che si ottiene nel fare una determinata cosa e non al piacere intrinseco che c'è nel portarla a termine."
Take it easy
"Ciò che ho realizzato è che procedendo in questo modo la mia vita diventa incredibilmente più semplice. Perché le cose che mi piace fare sono sicuramente più semplici o mi riescono più facilmente rispetto ad altre.
Lavorare su questo aspetto ci aiuta tantissimo a migliorare passo dopo passo nella comprensione di noi stessi e di ciò che vogliamo realmente raggiungere nella nostra vita. "
Un qualcosa che, specie tra i pokeristi, accade molto di frequente quando si stabiliscono dei goal monetari di un certo tipo o dei traguardi ambiziosi: cosa voglio realmente farci con quei soldi o quei traguardi dopo averli raggiunti?
"Ogni volta che ti fissi un obiettivo cerca di arrivare alla radice, di capire in cosa risiede la vera motivazione per cui spendi delle energie per arrivarci : è qualcosa che fa piacere agli altri o qualcosa che ti avvicina maggiormente al tuo scopo?"
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