Jake Cody fa un bagno di umiltà: il giocatore inglese, che grazie ai tornei dal vivo ha vinto 3.200.000 $ in poco più di tre anni, ammette di aver avuto fortuna, ottenendo più di quanto avrebbe meritato.
"Ci sono diversi giocatori bravi almeno quanto me che non hanno vinto neppure la metà - spiega in una recente intervista - ma è anche vero che nei tornei credo di essere migliore di molti altri".
Adesso che è diventato un giocatore professionista per PokerStars, poi, le cose sembrano farsi ancora più facili: "Ormai le sponsorizzazioni sono rare, quindi mi sento molto fortunato. Sono anche dispiaciuto perché è come se avessi soffiato il posto al mio amico JP Kelly, ma so che da parte sua può essere solo felice per me".
Ed è proprio grazie ai suoi amici che Cody crede di essere diventato il giocatore di oggi, alcuni dei quali nonostante siano professionisti eccellenti restano sconosciuti al grande pubblico: "Nessuno sa ad esempio chi sia Andrew Moseley (nella foto), eppure da anni gioca a Macao distruggendo le partite di cash game, è probabilmente dieci volte più forte di ognuno di noi".
Per il futuro sembra inoltre avere le idee molto chiare, sia per quanto riguarda se stesso che il poker in generale: "Di certo non voglio fare questo tipo di vita a quarant'anni, ma al momento il mio scopo è solo quello di lavorare sodo ed avere ancora risultati. Lo stile di gioco si fa sempre più aggressivo, e non so se questo avrà mai una fine, ma vedo continuamente buoni giocatori commettere un sacco di errori, evidentemente non lo sono abbastanza".
Ma anche lui si considera tutt'altro che arrivato: "Faccio molta autocritica, commetto ancora un sacco di errori e non sono certo il giocatore perfetto. So però che l'unica cosa che posso controllare è il mio gioco, non le carte, e forse per questo riesco a rimanere calmo anche in periodi dove altri perderebbero la testa. Vivo una bella vita, sento di dover essere felice, potrebbe essermi andata molto peggio di così". E certo su questo è difficile non trovarsi d'accordo.