Mentre scriviamo starà riposando dopo l’ennesima fatica al tavolo da poker. L’ennesima deep run, segno sempre di buona sorte ma la fortuna non basta, quando devi definire cosa ha combinato in questi anni John Racener. In sintesi, stiamo parlando di un giocatore che riesce a rimanere sulla breccia da una dozzina d’anni ma senza mai essere realmente considerato un top player. A torto, ovviamente.
In questo Articolo:
John Racener, un destino da “underrated”
Se siete tra quegli appassionati di poker abbastanza “anziani” da avere fatto le notti in bianco per seguire Filippo Candio al WSOP Main Event 2010, ricorderete già di lui. John Racener, il runner up.
John , il nittino che aveva sciacallato qualche milione di dollari. Noi avevamo occhi solo per Filippo, il resto del mondo era impegnato ad adorare il gioco scintillante di Joseph Cheong. E poi quella mano…
Quel milione e quattro guadagnato senza giocare
Dopo l’uscita di Candio, Cheong scelse di frantumarsi lo stack in una 6-bet allin contro Duhamel, che ringraziò e incassò, incamminandosi verso il braccialetto. Ma in quella mano incassò anche John Racener, esattamente 1.415.906 dollari. La differenza tra terzo e secondo posto, ovviamente al lordo delle tasse ma senza muovere un dito.
Poi Racener non potè fare niente per ribaltare un heads up squilibratissimo e così passò alla storia come runner up. Un runner up che aveva “sciacallato” quasi un milione e mezzo di dollari. Nell’immaginario pokeristico collettivo di allora, l’identikit di un miracolato.
Tuttavia, fatte salve le ovvie considerazioni sulla run necessaria ad arrivare in fondo in tornei del genere, la fama di miracolato che si è portato dietro John Racener era oltremodo immeritata.
Da miracolato a top variantista
Negli anni, quello che ai più disattenti sembrava un “nittino” senza troppe qualità si è dimostrato un giocatore totale. Spesso presente nei payout dei tornei più importanti delle WSOP, che rimangono il suo circuito preferito, John si costruisce una solidissima reputazione di variantista. E questa qualità, alle World Series Of Poker, significa moltissimo e gli permette di inseguire un altro sogno.
Il braccialetto e la corsa al WSOP POY
A distanza di 7 anni da quel secondo posto al Main Event, John Racener si presenta come agguerritissimo concorrente al titolo di Player Of The Year 2017. Essere competitivo in tutte le varianti significa potere acquisire punti preziosi per la classifica, che infatti lo vede in lizza fin dall’inizio delle WSOP 2017.
Nel frattempo Racener si toglie anche lo sfizio di vincere il primo braccialetto, al Dealers Choice Championship. Il coronamento di un sogno, da dedicare alla madre scomparsa qualche anno prima, ma non era abbastanza: John vuole il titolo di giocatore dell’anno. “Una cosa che sogno da anni, quella di vedere nelle sale del Rio il banner con il mio nome e accanto la scritta POY”, aveva confessato a Pokernews.
Il “nuovo” John Racener è una persona diversa, che ha smesso con gli eccessi di un tempo (“Bevevo e mi gamblavo di tutto”), ha trovato il suo equilibrio mettendo su famiglia e ogni anno si presenta al Rio affamato di competizione.
Ancora runner up
A contendergli il titolo di WSOP POY, peraltro, c’è uno dei personaggi più discussi nella storia del poker, amatissimo e poi detestatissimo: Chris Ferguson. Per ironia della sorte, e qualche piega regolamentare un po’ così, alla fine è proprio “Jesus” a vincere il titolo di WSOP Player Of The Year 2017. John Racener è ancora una volta secondo, nonostante un braccialetto e 17 (diciassette) itm.
E ora il Colossus
Un anno dopo John è ancora lì. A quasi 33 anni il pro nativo di Port Richey (Florida) è di nuovo ai tavoli e stavolta ha scelto un altro modo per farsi notare:
Final Table baby!!!!! 7/9 going into Colossus final table tomrw…a milli a milli a milli up top letsssssgooooooo
— John Racener (@racener) 7 giugno 2018
Fare final table al Colossus. Lasciarsi ancora una volta migliaia di omini alle spalle, in questo caso ben 13061. Ditemi quello che volete, ma stanotte si fa il tifo per lui.