La Cina sfodera ancora il pugno di ferro contro le scommesse online, andando a smantellare un'organizzazione che pare abbia raccolto scommesse per 113 miliardi di yuan, pari ad oltre 13 miliardi di euro.
Vista la pazzesca cifra coinvolta, si tratta dell'operazione più importante che sia mai stata condotta in Cina contro il gambling online, che ha portato all'arresto di 63 persone che adesso rischiano pene molto severe. A capo di tutto, a quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dalle autorità al Global Times, un uomo di 41 anni che svolgeva le proprie operazioni attraverso un sito con base a Macao.
Pare che in un primo momento l'uomo accettasse puntate solo da una stretta cerchia di conoscenti, salvo poi fare le cose in grande e reclutare agenti in grado di allargare esponenzialmente il giro di scommesse, tanto da arrivare a generare un volume di giocate assolutamente imbarazzante: alla fine, a scommettere sembra che fossero più di 10.000 persone.
Nell'ambito dell'operazione sono stati congelati anche decine di conti correnti bancari, ma nessuna informazione è emersa circa l'entità delle somme confiscate. Se operazioni del genere non sono nuove in Oriente, che del resto quando si tratta di scommesse la fa da padrone, in questo periodo le autorità sono particolarmente attive nel contrastare questo genere di attività.
Sanno bene che in estate, complice la coppa del mondo di calcio, ci sarà un picco nei volumi delle giocate, non soltanto per quanto riguarda la Cina. Basti pensare che nel 2010, soltanto in Malesia, furono scommessi durante la manifestazione oltre cento milioni di euro, cifra che gli analisti stimano possa andare solamente a crescere.
Nonostante la lotta senza quartiere che viene effettuata - per quanto c'è chi ricordi che in Cina ogni vizio sia proibito ma in fondo tollerato - la febbre per le scommesse non si spegnerà certo, ed anzi c'è chi immagina che presto o tardi a Pechino possano decidere per un'incredibile svolta, non limitando più il gioco soltanto ad Hong Kong e Macao: l'esplosione di quest'ultima e le tasse che ne derivano, infatti, rischiano di essere un boccone troppo ghiotto per venire ancora a lungo ignorato.