Appunti sparsi tra testa e carta. Scrivere un articolo tecnico prima di Pasqua, possibilmente quella del 2012. Scrivere un pezzo comico o demenziale che forse mi riesce meglio. Scrivere recensione su un libro di cui non posso rivelare ancora il titolo.
Ma non lo posso dire nemmeno a me stesso? Articolo scartato allora.
Pigrizia post blog alle stelle, umore alterno. Il meteo del mio io è esposto. Bernacca mi fa…un baffo.
Oggi il sole è spuntato timidamente all’alba, ma piano piano si è ricavato uno spazio deciso e anche i cani se la godono ruzzolandosi tra l’erba.
Il contatto con la natura è un aspetto che troppo spesso sottovalutiamo e così mi vien voglia di imitare le bestie che mi alitano nelle vicinanze. Sorrido, mi accingo a interpretare il ruolo del capobranco quando osservo inorridito una zolla d’erba dal colore e dalla forma anomala.
Una produzione escrementizia di proporzioni bibliche mi scruta con aria, anzi olezzo, di sfida.
Ritorno in me e abbandono la nave dei progetti riguardanti la natura. Meglio un comodo divano in pelle lavorata come fonte di ispirazione per questi benedetti articoli.
Il sedere sprofonda nelle piume, i pensieri sprofondano nell’oblio dell’ozio. Le dita lottano per evitare contaminazioni letterarie col portatile, ma il dovere chiama e, in questo caso, non si tratta di giocare a poker online. Per quest’ultimo argomento dovrei scrivere un poema stile Odissea che preferisco di gran lunga evitare a voi, ma soprattutto a me stesso.
Un gatto spunta dinnanzi alla porta finestra, mi fa gli occhi dolci e sbatte la coda strusciandosi sul muro. Lo spettacolo mi intenerisce e devo assolutamente ridestarmi per offrire qualche avanzo come forma di ricompensa per questo felino così scaltro che mi regala un piccolo teatrino di affetto col secondo fine di ingurgitare qualcosa prima del calar del sole. I cani mi bruciano con sguardi che variano dal perplesso al geloso.
Mi perdo nuovamente nei miei pensieri, mentre gli occhi fissano le siepi da potare. Altra nota sul diario degli appunti. Il tramonto si affaccia, il vuoto mi rapisce.
La giornata volge al termine e non ho fatto assolutamente nulla perché non so niente, ma per fortuna non so niente di un po’ di tutto e così almeno l’articolo demenziale prende vita.
Anche questa è fatta. La pietra ollare attende di mettersi in gioco. Sul desktop giganteggiano le icone delle poker room. Ho fatto 30, farò 31. Per oggi niente di niente, nemmeno poker.
Per questa volta curiamo la gola, domani cureremo il portafoglio, possibilmente di qualcun altro, ma non è detto, potrebbe sempre andare male.
Ora l’articolo è davvero concluso, perché dopo quest’ultima affermazione la mano destra si sposta rapidamente verso zone erogene dove è impossibile digitare pulsanti, tuttavia la fantasia può ingegnarsi.
Ad Majora!