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Anche se in maniera più discreta rispetto al botto mediatico iniziale, lo scontro legale tra Phil Ivey e il Borgata continua il suo corso con il primo round che è stato aggiudicato dal Casinò di Atlantic City: pochi giorni fa i dirigenti del Borgata hanno potuto esultare di fronte a una importante decisione presa del giudice distrettuale Noel Hillman.
Hillman, infatti, aveva il compito di studiare tutte le carte processuali per poter decidere se ci fossero gli estremi da parte del Borgata di trascinare in tribunale Phil Ivey affinchè fosse giudicato colpevole o meno di truffa. Se il giudice avesse decretato che le basi non erano solide, Ivey avrebbe potuto considerarsi "salvo" e avrebbe potuto scongiurare il pericolo del processo, almeno a breve termine.
Per lui, invece, è arrivata la doccia gelata: il giudice distrettuale Noel Hillman ha reputato verosimili e solide le accuse mosse nei confronti del 10-volte campione WSOP, inclusa quella di truffa. Phil Ivey non potrà dunque scampare al processo, che si terrà nei prossimi mesi e che vedrà la giuria impegnata a decretare se il player americano dovrà effettivamente restituire i 9.6 milioni di dollari vinti sfruttando l'edge sorting al Baccarat.
Dopo questa notizia i vertici del Borgata si avviano dunque molto ottimisti verso il processo (che sarà preceduto dalla cosiddetta "discovery phase") mentre i legali di Ivey ribadiscono per l'ennesima volta che "il Borgata aveva il totale controllo sulle carte e Phil era in grado di vedere esattamente ciò che i supervisori e gli impiegati potevano allo stesso modo vedere nel corso di oltre 100 ore di gioco".
Insomma, il confronto tra il casinò di Atlantic City e Ivey andrà avanti per la sua strada, come auspicato dal Borgata nell'ultimo anno. Per Phil, dunque, i prossimi mesi non saranno sicuramente all'insegna della serenità e tranquillità, considerando che in ballo ci sono quasi 10 milioni di dollari.
A rincuorare il campione americano ci pensa il supporto di tutto il mondo del poker, che sembra essere quasi completamente schierato a favore di Ivey considerando che alla base di tutto c'è un errore di fabbricazione nelle carte scelte e utilizzate dallo stesso casinò, che l'accusato non ha causato ma ha soltanto sfruttato a suo favore.
Molti definiscono assurde le pretese del Borgata ma come abbiamo visto il giudice Hillman si è espresso in maniera differente. Solo la giuria del processo dirà chi ha ragione in questa maxi causa portata avanti dal casinò contro Phil Ivey.