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Richard Yong: “Noi fish di Macao perdemmo tanto contro Dwan ma vincemmo ancora di più contro i cinesi”

Nessuno sa cosa sia successo di preciso otto o nove anni fa, quando un gruppo ristretto di top player si è organizzato per andare per a Macao per la prima volta. Non sappiamo chi fosse presente in quella “delegazione” che diede inizio a una serie di partite semplicemente irreali, ma certamente tra i professionisti c’erano Tom Dwan, Phil Ivey, Patrik Antonius, Andrew Robl e John Juanda.

Anche se le partite nosebleed di Macao sono estremamente riservate, pare che oggi solo Dwan e Ivey siano ancora nella condizione di giocare contro i businessman cinesi, apparentemente tanto ricchi quanto scarsi.

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Probabilmente se uno dei due professionisti americani decidesse di scrivere un libro sugli ultimi nove anni trascorsi in Asia, diventerebbe un best seller, e non solo tra gli appassionati di poker. Tra pot da decine di milioni di dollari, noti professionisti bannati da un giorno all’altro, giocatori che hanno perso tutto al tavolo e l’ombra della criminalità organizzata, ci sarebbero tutti gli elementi per dar vita a una storia ancora più incredibile di quella raccontata da Molly Bloom.

Con ogni probabilità ciò che è successo a Macao negli ultimi anni resterà avvolto nel mistero. Tuttavia, ogni tanto qualcuno che quelle partite le ha vissute da protagonista ne parla pubblicamente. È successo in passato con Tom Dwan, Dan Cates e Patrik Antonius, ma questa volta non è stato un professionista a rivelare qualche dettaglio sul misterioso e affascinante Big Game asiatico.

A parlare ai microfoni di Pokernews.com è stato infatti Richard Yong, il businessman malese che ha inventato il circuito di high roller Triton. Oltre ad essere amico fraterno di Paul Phua (considerato da molti il grande capo delle partite nosebleed di Macao), Yong è anche un giocatore molto attivo, capace di vincere quasi otto milioni di dollari lordi nei tornei live. Interrogato sul Big Game di Macao, ha rivelato che Tom Dwan sbarcò sulla ex colonia portoghese e fece razzia ai tavoli

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Richard Yong: “Nove anni fa nessuno di noi sapeva cos’era il poker”

“Conosco molto bene Tom Dwan, Phil Ivey, Jungleman e tutti gli altri pro che giocano a Macao”, ha detto Yong. “Sono amico con loro, anche se i primi in assoluto che ho conosciuto sono stati Dwan, Ivey e Juanda. Poi loro hanno portato a Macao Jungleman e tanti altri”.

Yong ha poi spiegato come sono nate le partite altissime diventate ormai leggendarie nel mondo del poker.

Otto o nove anni fa nessuno di noi conosceva il poker o il Texas Hold’em a Macao“, ammette. “Giocavamo ad altri giochi e quando arrivarono i professionisti eravamo i fish”.

Tom Dwan e le vincite milionari contro giocatori principianti

Yong ammette quindi che, dopo aver accettato di sfidare i professionisti, lui, Phua e altri giocatori d’azzardo perdettero molti soldi, com’era naturale fosse considerando che stavano giocando contro alcuni dei migliori professionisti al mondo.

“All’inizio abbiamo perso soldi, specialmente contro Tom Dwan. Lui è stato il primo a venire a giocare a Macao. Noi “fish” abbiamo perso tanto contro di lui all’inizio, ma sapevamo che era normale”.

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Richard Yong

L’obiettivo di Richard Yong, Paul Phua e gli altri giocatori d’azzardo asiatici che si sedevano al tavolo con Tom Dwan non era certamente quello di battere il fenomeno americano.

Non volevamo battere Tom Dwan, volevamo imparare da lui e dagli altri pro. E abbiamo imparato moltissimo giocando e perdendo contro di loro. Oh, ecco come si gioca a Texas Hold’em! Dicevamo”.

Imparare da Tom Dwan per spennare i businessman cinesi

L’idea era tanto semplice quanto geniale: Yong considerava le perdite rimediate contro Dwan e gli altri pro americani come il costo di un coaching intensivo. Osservando un top player all’opera riuscirono a capire come giocare in maniera efficace… per poi svuotare le tasche di fish ben più facoltosi di loro.

“Dwan e gli altri pro hanno fatto tanti soldi contro di noi, ma poi noi ci siamo spostati in una partita privata dove c’erano solo businessman. E abbiamo fatto molti più soldi“.

Richard Yong dopo la vittoria dell’high roller 6-max a Montenegro

Il successo dello short deck

Yong ha anche parlato dello short deck poker, una variante che dal suo punto di vista diventerà sempre più popolare.

“Lo short deck è il futuro ed è un bene nell’economia del poker”, dice Yong. “Nel full deck un businessman non può battere un professionista, è molto difficile. Nello short deck, invece, il businessman può battere chiunque, anche Tom Dwan o Phil Ivey. Guardate il torneo short deck che abbiamo organizzato qui in Montenegro: era pieno di businessman!”

Jeju la nuova Macao?

Infine, il giocatore malese spiega che la nuova frontiera del poker high stakes potrebbe essere la Corea del Sud. Nello specifico, l’isola di Jeju.

“La prossima tappa del Triton Super High Roller sarà a Jeju, in Corea del Sud. Vedrete quanti businessman cinese ci saranno per giocare il torneo di short deck. Il motivo è che gli piace un sacco questo gioco, non vogliono più giocare con il mazzo intero! Inoltre Jeju è un bellissimo posto e dista solo un’ora di volo da grandi città cinesi come Pechino e Shangai. I cinesi hanno la possibilità di ottenere un visto da trenta giorni per la Corea del Sud, quindi possono stare anche due settimane a giocare. Il visto per Macao, invece, dura solo sette giorni”.

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