Con 44 eventi conclusi mentre scriviamo, le WSOP 2013 hanno abbondantemente superato i due terzi della sessione estiva. Rimane un 30% di braccialetti ancora da assegnare, ma alcuni equilibri appaiono già delineati.
Partendo dall'ovvia considerazione che il poker è uno sport che rimane esclusivamente individuale e che i risultati "per nazione" sono - di fatto - delle astrazioni, le tendenze palesate dai singoli paesi costituiscono in qualche modo cartine tornasole del loro stato di salute (pokeristica).
SOLITI USA, CANADA HOT - Che gli USA facciano man bassa di titoli è nelle cose, quindi i 29 braccialetti e gli oltre 4340 in the money non impressionano più di tanto. Ha già fatto invece sensazione lo score dei giocatori canadesi, che hanno ottenuto ben 9 successi pieni e 350 piazzamenti a premio. L'exploit della foglia d'acero nel 2013 non è in ogni caso da considerarsi un caso isolato, poichè il Canada era già saldamente al secondo posto per braccialetti WSOP conquistati, dietro agli irraggiungibili USA. Certo, a questo punto delle World Series mai i nordamericani avevano fatto così bene.
ITALIA AI MARGINI, IN ATTESA DEL 7° - Il settimo braccialetto italiano (il 12° se si considerassero i 5 di Jeff Lisandro) tarda ad arrivare, ma se si considera che per il sesto avevamo dovuto attendere quattro anni allora non c'è troppo di cui lamentarsi. La realtà è che siamo ancora molto ai margini del poker che conta, e questo è un dato di fatto. Poi si possono trovare decine di motivazioni, attenuanti, interpretazioni, ma nascondervisi dietro non sarebbe corretto, nè in alcun modo d'aiuto al movimento.
ZERO DROP - In questo senso l'assenza di italiani al One Drop High Roller va sicuramente letta come segno della marginalità a cui si accennava poc'anzi, soprattutto se paragonata all'alto numero di europei (tedeschi in primis) che vi hanno preso parte. Probabilmente è anche giusto così, perchè di fatto non esiste un poker pro italiano che abbia un bankroll adeguato per questo torneo, e quei pochi che potrebbero averlo hanno probablmente pensato che fosse il caso di destinare un tale investimento in direzioni più speculative di un torneo con il field più duro al mondo...
AZZURRI MEGLIO DEL 2012 - Eppure, dati alla mano, stiamo meglio dello scorso anno. Ad oggi, con 44 eventi conclusi l'Italia ha 0 braccialetti e 52 piazzamenti a premio. Nel 2012 proprio l'evento n. 44 era stato quello buono grazie a Rocco Palumbo (foto sotto), ma in precedenza i nostri avevano collezionato 40 piazzementi in 43 tornei. Anche il totale dei premi incassati è nettamente superiore nel 2013, con 563mila dollari contro i circa 345mila totalizzati lo scorso anno prima del braccialetto di Palumbo.
Quest'ultimo dato andrebbe incrociato con quello delle iscrizioni totali, per avere un riscontro del reale andamento economico dei nostri giocatori. Ma le WSOP non rendono più disponibili questi dati, quindi bisogna andare un po' "a sensazione". L'impressione - netta - è che lo scorso anno ci fossero molti più azzurri che hanno tentato la scalata al braccialetto, e con le dovute eccezioni la maggior parte dei pokeristi italiani abbia abbassato il numero di eventi in agenda, o in ogni caso abbassato l'investimento globale sulle proprie WSOP.
La sensazione è dunque che lo scorso anno il bilancio tricolore fosse in profondo rosso prima dell'exploit di Palumbo, e che proprio gioia regalata dalla vittoria di quest'ultimo abbia gettato una sorta di colpo di spugna sulla valutazione globale degli azzurri alle WSOP.
TAVOLI FINALI, IL LUNGO DIGIUNO - Quest'anno la partenza era stata eccellente, con tre tavoli finali nei primi 19 eventi (Alioto, Longobardi e Minieri). Poi i nostri sono rimasti totalmente all'asciutto generando amarezza e un po' di delusione, e mentre scriviamo c'è una striscia aperta che arriverà certamente a 27 tornei iridati senza un italiano al tavolo finale: il #46 e il One Drop non hanno infatti azzurri in lizza.
E' pur vero che a questo punto dello scorso anno potevamo vantare solo un final table (grazie al solito Longobardi), se si esclude il sesto posto di Baldassari nell'event Mixed Max che si concludeva come un torneo heads up quindi parlare di tavolo finale è improprio.
NUMERI E CURIOSITA' ITALIANE - Vediamo allora un po' di curiosità sulle WSOP degli italiani fino ad oggi, su 44 eventi conclusi:
- braccialetti: 0
- piazzamenti a premio: 52
- tavoli finali: 3
- premi incassati: 563.398$
- posizione Italia come numero piazzamenti: 7°
- posizione Italia come somma premi incassati: 10°
- italiano con più piazzamenti a premio: Dario Sammartino e Max Pescatori (4)
- italiano con il più alto premio vinto: Alex Longobardi (68.613$)
- italiano con più premi incassati: Alex Longobardi (74.169$)
- miglior posizione raggiunta da un italiano: 5° (Alex Longobardi, event#9)
CHI STA MEGLIO - Dunque stiamo andando meglio o peggio del 2012? Non esiste una verità assoluta, proprio perchè non tutti i dati necessari sono a disposizione, ma certo vedere paesi meno sviluppati pokeristicamente come Ungheria e Bulgaria vincere titoli fa un po' rabbia, anche se si tratta pur sempre di verdetti del tavolo che come tali vanno accettati.
CHI STA PEGGIO - Ci si può consolare guardando chi sta peggio, come ad esempio la Spagna (0 braccialetti e 10 piazzamenti) ma anche i paesi scandinavi: Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia messe insieme arrivano appena a 42 piazzamenti. Certo, il rapporto dei nordici con le WSOP non è mai stato particolarmente idilliaco: a Las Vegas non c'è mai stata realmente l'invasione scandinava che si è abituati ad apprezzare in occasione degli EPT, e buona parte di svedesi, danesi e compagnia arrivano a Sin City per dedicarsi più che altro al cash game.
Sia chiaro: queste considerazioni non significano in alcun modo che siamo improvvisamente diventati migliori degli scandinavi. Di sicuro essi rimangono una spanna avanti a noi come interpretazione del gioco e anche per una questione di approccio: tra gli scandinavi è del tutto assente la cultura della "bandierina", così diffusa alle nostre latitudini. Così, mentre alcuni dei nostri si beano di 53esimi e 84esimi posti (pure notevoli e apprezzabili in field di svariate centinaia di giocatori), loro vanno sempre e comunque per i massimi. In questo senso abbiamo ancora molta strada da fare.
NUOVE BANDIERINE - A proposito di piazzamenti da vivere davvero come grandi traguardi, chiudiamo con una nota di colore: le World Series Of Poker 2013 salutano la prima bandierina in assoluto per giocatori provenienti da paesi come Nigeria, Ciad, Arabia Saudita, Guinea Bissau e Bahrain.