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"Non chiudete quella chat": elogio dello strumento più bistrattato nel poker online

Era la fine del 2005, l'Italia conosceva già uno scandalo bancario con Giampiero Fiorani e la sua scalata ad Antonveneta, doveva ancora conoscere quello sportivo di Calciopoli, la Nazionale di Lippi era ancora lontana dall'olimpo di Berlino e il mondo del Wrestling aveva appena perso Eddie Guerrero.

In quegli stessi giorni, io mi ritrovavo a fare il confidente di una ultra50enne dell'Ohio che aveva da poco divorziato dal marito. Ovviamente non avevo un consultorio mio, e il teatro di questi sfoghi era la chat di un tavolo heads up play money, sulla poker room online del World Poker Tour, chiamata ClubWPT.

Il suo nome era Hemi, una chiacchierona mai vista che mi aveva incuriosito perchè veniva da Akron, la stessa città di Lebron James, anche se ovviamente non lo conosceva.

GOOD OLD TIMES

Allora il poker online per me - e moltissimi altri - funzionava così: ci si ritrovava a giocare a cash game con soldi finti e si faceva amicizia in chat. Field quasi totalmente composto da americani o australiani, cui ogni tanto si aggiungeva qualche italiano a caso con nickname meravigliosi come il mitico "Mimmoilbaro".

Ecco, una volta sulle chat del clubWPT non ci trovavi le Royal Flush Girls...
Ecco, una volta sulle chat del clubWPT non ci trovavi le Royal Flush Girls...

Poi qualcuno nominò PokerStars e io scaricai il client, iniziando a giocare playmoney anche lì e scoprendo i famosi freeroll per italiani, che [BRAG] vinsi per due sere in fila [/BRAG].

Anche su PS.com ci si ritrovava ogni giorno, e anche lì l'elemento chat era fondamentale: si faceva conoscenza, qualcuno offendeva, qualche whiner della prima ora già millantava fanta-vincite terminate subito dopo il primo fatale prelievo, ma in generale regnava un'atmosfera easy e piacevole. Qualcuno mi nominò il forum di Assopoker, mi iscrissi e lì inizia un'altra storia di una passione  tramutata in lavoro, ma non è quello che mi interessa raccontarvi oggi.

Il mio intento è quello di farvi respirare l'aria di quando ancora tante cose non erano state scritte e dette, di quando questo mondo non era così eccessivamente smaliziato perchè sì, esisteva un periodo in cui il poker era SOLO passione.

E di quel periodo la chat era una sorta di sigillo di garanzia, un imprinting che manteneva il gioco in una cornice colloquiale, poi però progressivamente emarginata fino quasi a scomparire.

fuluck

ZIIGIE HA FATTO SCUOLA

Poi certo, non dimentico chi della chat aggressiva ha fatto una sorta di arte, come Ilari "ziigmund" Sahamies: il finnico è diventato famoso per le sue chat da sbronzo marcio, ed è inutile negare che tante volte abbiamo riso sulle sue epiche sbroccate. Ma la maleducazione diffusa che sarebbe arrivata di lì a qualche anno non era davvero prevedibile.

FOCUS, LINGUAGGI E CODICI

Con l'arrivo delle .it e l'invasione dei cosiddetti "omini" la chat divenne presto uno strumento da ostracizzare: "chiudi la chat" è un consiglio che credo di avere dato io stesso a più di una persona, che magari si lamentava per le offese del frustrato di turno. In un poker che invitava a grindare con profitto, è normale che la chat diventasse sempre più un orpello, un qualcosa di superfluo quando non apertamente dannoso, perchè distrazione dal focus sul gioco.

Oltretutto abbiamo assistito a un progressivo "merging" (miscuglio) di vari linguaggi e codici di comunicazione. Così il "lingo" tipico delle chat (fatto di acronomi e abbreviazioni) si è andato mescolando con il gergo tecnico del poker (altri acronimi e abbreviazioni) creando una sorta di mostro, un linguaggio-ibrido comprensibile a un ridotto numero di adepti e che ha creato una spaccatura nel microcosmo-poker chat.

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CHAT-DROGA E CATEGORIE

Ciò non significa che negli ultimi anni siano venute a mancare chat memorabili, strafalcioni o cose di questo genere. Ma la tendenza è di un impoverimento, di una tendenza all'insulto che non può non destare preoccupazione.
In generale, oggi potremmo dividere i frequentatori delle chat delle room in alcune macrocategorie:

  • I COMPAGNONI: sono quelli che salutano quando arrivano e prima di alzarsi dal tavolo, fanno conversazione con i componenti del tavolo che conoscono e non disdegnano di attaccare bottone anche con gli altri. Sono tra i pochi che ancora ti chiedono "che avevi?". Specie in via di estinzione.
  • I PROVOLONI: in genere tendono a considerare donne chiunque abbia un nickname o un avatar vagamente femminile. Fare deception con loro è difficile come rubare in chiesa. L'effetto indesiderato di tutto ciò è che, se non parte con le offese maschiliste, inizia a provarci...
  • I GOMBLODDERS: diffidano dell'online ma si schierano regolarmente ogni santo giorno. "Sei uno di loro" è il refrain preferito: più di un'accusa, è uno stile di vita. Una volta erano numerosissimi, oggi una specie da proteggere...
  • I KITEMMURT: quelli che offendono a pieni giri, solitamente nella lingua o dialetto natio. Che si tratti del Sunday Million o di un freeroll da 50€, un augurio di tumore non si nega a nessuno. Sono in continuo aumento e sì, il loro voto vale quanto il vostro.
  • I KITEMMURT PREMIUM: sono quelli che rincorrono colui/colei che ha osato eliminarli in qualunque tavolo finiscano, anche per svariate ore, al solo scopo di continuare ad offendere e godere della eventuale eliminazione. Sono in diminuzione, almeno questi.
  • I FREECOACH: senza che nessuno glielo abbia chiesto, spiegano i loro thinking process al tavolo, dispensando giudizi tecnici su tutti. Poi vai a cercarli su Sharkscope e scopri che hanno vinto 39€ in 12474 partite.
  • I PSEUDO-PRO: giocatori da medio-scarsi a medi, si sentono tuttavia in diritto di attribuire patenti di ritardo mentale a destra e a manca. Coprono il malcapitato di improperi conditi di rilievi tecnici del tipo "come  ***** fai a coldcallare A8o 25x da bb in 4bettato?". Ma il loro è un destino crudele, perchè il malcapitato non ha capito un'acca di quello che hanno detto, mentre al giocatore skillato fanno tenerezza. Sono i più tristi di tutti.
Dare lezioni quando bisognerebbe prenderle (per l'immagine si ringrazia la pagina "Giocatori di poker ignoranti")
Epiche citazioni (per l'immagine si ringrazia la pagina "Giocatori di poker ignoranti")

TUTTI INCATTIVITI

Detto delle varie tipologie umane, va comunque rimarcato un aspetto: da espressione della dimensione sociale di un gioco in crescita, la chat è divenuta territorio occupato dai "kitemmurt" e da svariati pasdaran dell'augurio di morte e malattie, in un field disumanizzato, incattivito e depresso dai margini che si assottigliano o che spariscono del tutto.

Poi però vedi che su canali Twitch come quelli di jcarver o Staples le chat sono tornate ad essere cuore di una comunicazione fra giocatori e semplici appassionati, e ti chiedi perchè ciò non possa di nuovo essere possibile anche nelle chat delle nostre poker room.

Basta fare un giro sui social per accorgersi che la maleducazione e la negatività hanno preso il sopravvento: mani "boomate" ovunque con offese al mentecatto di turno, giocatori noti e vincenti che augurano il peggio ad avversari che magari le hanno messe a caso, dimenticando che ogni fine anno sono proprio questi che permettono loro di fare la vita che hanno potuto condurre negli ultimi anni.

Nicola "quattroganci" Valentini
Nicola "quattroganci" Valentini

QUATTROGANCI, L'ESEMPIO DA SEGUIRE

Le eccezioni sono poche, pochissime. Ho sentito con piacere Nicola "quattroganci" Valentini affermare di utilizzare la chat con frequenza, perchè interagire ed essere gentili con le persone alle quali puntiamo a togliere soldi è una sorta di dovere morale, una dimostrazione di umanità che a volte è anche sfociato nel consiglio di smettere, o di darsi una pausa. Purtroppo Nicola è la classica mosca bianca, mentre la gran parte dei suoi colleghi sottovaluta molto questo aspetto.

Sia chiaro: l'iperprofessionalizzazione del poker è stato un errore commesso dall'alto, non dai giocatori. Il problema è che nella stragrande maggioranza dei casi di chi si è trovato a fare del grinding un lavoro, la disumanizzazione del poker è stata percepita come una naturale evoluzione, quando era invece l'esatto contrario: il bacino non è infinito, non esiste da nessuna parte un "generatore automatico di giocatori occasionali", quindi ogni provvedimento mirato a tutelarli dovrebbe venire visto con favore, o almeno non osteggiato in maniera preconcetta.

In questo senso considero la chat - e il suo buon utilizzo - come una sorta di simbolo, di un ritorno del poker a una dimensione più sostenibile. Nell'ovvia consapevolezza che nessuno ci ridarà mai i proverbiali bei tempi andati, c'è però la piccola speranza di rendere più vivibili quelli futuri.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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