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Andrea Bertoli: ‘troppe... mille licenze per il poker live’

andrea-bertoliAndrea Bertoli è uno dei floorman più esperti del poker italiano, avendo frequentato i più importanti tornei internazionali (EPT, WPT, PCA): conosce molto bene il settore, lavorando da una vita nei casinò e osservando da vicino anche l’operato dei circoli live sul territorio.

“Ho iniziato a lavorare nel mondo del gaming nel 1996. Mi volevo professionalizzare ed ho deciso di volare in America. Sono stato negli States per quattro mesi, poi ho lavorato per sette anni fuori dall’Italia: nelle navi da crociera e in Inghilterra (al Victoria Casinò di Londra, location dell’EPT). Ho fatto poi l’ispettore in Svizzera e sono rientrato nel 2007”.

Una persona con il tuo curriculum, perché ha deciso di lavorare solo in Italia?
Faccio il floorman di Tilt Events. Mi trovo molto bene, sotto tutti i punti di vista è la migliore società italiana per me, composta da persone molto competenti come Ruscalla, Piersigilli e Mugnaga. Per l’estero faccio solo qualche collaborazione occasionale: lavoro per l’European Poker Tour di Deauville e le WSOPE.

Spiega ai nostri lettori meno esperti, il ruolo del floorman.
E’ un supervisore. Nei tornei passeggia per i tavoli e controlla tutto: ha la responsabilità di quello che succede in sala. Deve controllare sia il comportamento deontologico dei giocatori sia risolvere problematiche legate alle dinamiche di gioco che magari possono scaturire dai dealer o dai players stessi. Deve dare un’interpretazione al regolamento TDA (Tournament Directors Association) che si applica in tutti i tornei, ad eccezione degli eventi organizzati da PokerStars che hanno regole ad hoc ma che non sono molto differenti.

Che rapporto deve avere un floorman con i giocatori?
Io personalmente ho un rapporto ottimo. Al giocatore devi volergli bene, solo così lo capisci fino in fondo. A volte il player non si sente tutelato e questo è un problema.

Per diventare un floorman che tipo di percorso bisogna intraprendere?
Devi avere un’esperienza importante pregressa al tavolo da dealer.

Il movimento del poker sportivo live nel 2013: come lo valuti?
Vi è stata un’evoluzione incredibile dal 2007 ad oggi. Naturalmente la situazione economica italiana ha avuto una certa influenza: una volta nei circoli si giocava con buy-in più alti. Adesso la quota di iscrizione ai tornei è più in linea con le indicazioni della giurisprudenza e della legge.

Che aria si respira nei circoli?
I poker club sono diventati quello che auspicavamo nel 2007: un primo ritrovo per i giocatori che si divertono con gli amici. Nulla a che vedere con le bische.

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E nei casinò, il trend attuale?
Si giocano tornei low cost però vi sono più giocatori presenti in sala rispetto ad una volta.

Credi nella sinergia tra casinò e circoli?
Assolutamente si. Se il circolo organizza satelliti a basso buy-in e paga i ticket ai casinò per gli eventi live, la situazione è ottimale, soprattutto da un punto di vista legale. Noi di Tilt Events lavoriamo in questa direzione, per creare una forte sinergia con la base. Io mi sto occupando di questo, gestendo la collaborazione con 14 club per i satelliti agli eventi che poi ospitiamo nei casinò. La mia zona di competenza riguarda il Veneto, il Trentino e quattro province della Lombardia. Devo dire che si respira una bella atmosfera.

Hai qualche aneddoto da raccontare?
andrea-bertoliAvevo organizzato dei mini satelliti da 20/30 euro con un numero importante di adesioni per il WPT National di Venezia di marzo. E bene si sono qualificati in 17 ed hanno vinto un ticket per il torneo da 1.630 euro. Due giocatori del gruppo, con soli 30 euro, sono riusciti ad arrivare fino in fondo e guadagnare rispettivamente 23.900 euro (quinto posto) e 6.500 euro (decimo). Non male direi… Una bella soddisfazione per tutti. I satelliti oramai sono visti bene dai giocatori, diventano un’opportunità.

In generale nei circoli l’affluenza è aumentata o diminuita?
E’ calato il numero delle persone, perché oramai i circoli sono parecchi. C’è un club ogni tre paesi. A mio avviso non è una cosa positiva, ci vorrebbe maggiore selezione. Per questo il settore va regolamentato ma 1.000 licenze sono troppe. L’esperienza insegna: furono aperte 450 sale bingo e dopo pochi mesi erano rimaste 200 sul mercato. E’ successa la medesima cosa con la liberalizzazione delle scommesse sportive (dopo il Bando Bersani, ndr).

Che tipo di giocatore frequenta i circoli nella tua zona di competenza?
Nel circolo, l’atteggiamento del giocatore è cambiato totalmente, si è avuta un’evoluzione in positivo: ora è difficile vedere una situazione ambigua ai tavoli. Sono pochi i posti dove ti senti a disagio. Ci sono club che non hanno nulla da invidiare ad alcuni casinò. Per fortuna il player da bisca si è autoeliminato, sono rimaste solo le persone pulite, quelle che giocano per passione, magari 8 ore nella speranza di arrivare primi e vincere 300 euro.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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