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Avvocato di Full Tilt: “trattiamo con finanzieri europei e la Procura..."

robin-le-prevostIl 4 luglio, la Alderney Gambling Control Commission (AGCC) aveva ufficializzato la trattativa tra Full Tilt Poker ed un gruppo d’investitori ed ora a confermare il tutto è il direttore dell’e-commerce della piccola isola del Canale della Manica, Robin Le Prevost: “Si, posso affermare che vi sono persone interessate ad acquistare la room ma smentisco che il collegamento online sarà ripristinato in queste ore”. A svelare invece le strategie ci ha pensato il legale incaricato di rappresentare e gestire gli interessi del gruppo irlandese.

Al sito britannico eGaming Review, l’avvocato ha voluto parlare dei possibili scenari futuri della nota casa da gioco. Tutto passa dal possibile accordo con un gruppo di investitori europei. Se sarà ratificato il contratto di acquisto, in automatico si aprirà una trattativa con il Dipartimento di Giustizia USA, verranno rimborsati i giocatori e si cercherà di evitare la class action. Naturalmente tutto è vincolato dall’ingresso dei nuovi finanziatori.

La prima rivelazione importante riguarda i futuri soci: “l’accordo potrebbe essere sul tavolo entro la fine della prossima settimana”. Non si tratta però di imprenditori legati al mondo del gaming online: nelle scorse settimane a Dublino c’erano stati incontri con i rappresentanti di Bwin-Party ed anche con l’impresario di Las Vegas Jack Binion. Ma con ogni probabilità le trattative si sono arenate a vantaggio di un altro gruppo.

“Non sono nostri concorrenti. Da quello che mi risulta – rivela l’avvocato – per loro si tratta della prima esperienza nel settore del gioco. Appartengono tutti al mondo della finanza ma al momento non posso svelare la loro identità”.

full-tilt-pokerIl legale ha fatto capire che hanno già incontrato sia la Alderney Gambling Control Commission (per la licenza internazionale) che l’Arjel (l’ente regolatore francese) e “presto ci sarà una riunione con il Dipartimento di Giustizia”. Non a caso proprio la AGCC, dopo l’incontro, ha ufficializzato la trattativa con il comunicato del 4 luglio.

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“La speranza è che l’accordo sia ratificato, in modo tale da poter trovare una soluzione con i procuratori e rimborsare i giocatori evitando la class action”. Come avevamo anticipato nella giornata di domenica, il Dipartimento di Giustizia di New York è disposto a ritirare le pesanti sanzioni amministrative (pari a 3 miliardi di dollari) richieste ai quattro siti incriminati, a condizione di risolvere le pendenze con i players oltre all’impegno di non operare più negli USA come è accaduto in questi ultimi mesi.

“Spero che l’accordo ci aiuti a trovare una soluzione con i procuratori”. L’avvocato ha smentito i rumors su Raymond Bitar: “Non è vero nel modo più assoluto quanto scritto nella giornata di ieri dai siti statunitensi che non è più l’amministratore delegato del gruppo”. Ma le pressioni per le sue dimissioni sono comunque forti: la red room ha bisogno di dare un messaggio all'esterno di cambiamento e Bitar dovrà presto presentarsi davanti ai giudici a New York. Sulla sua posizione la Procura non è disposta a trattare, almeno per il momento.

Sembra chiaro che la situazione rimane molto delicata e che il futuro della red room sia legato a doppio filo alla trattativa con il gruppo di imprenditori europei. Con ogni probabilità si tratta di un fondo di investimento ma bisognerà attendere (se le trattative avranno un esito positivo) l’ufficialità solo a seguito di un accordo (auspicato) con il Dipartimento di Giustizia statunitense.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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