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Daniel che problemi
Daniel Negreanu sta giocando, dalla sua casa di Las Vegas, l'edizione online delle WSOP 2020. Fra un evento e l'altro, il canadese ha trovato il tempo di postare sul suo account Twitter la comunicazione della sua banca. La Bank Of America fa sapere al canadese che il suo conto è stato congelato per i prossimi 23 giorni, in attesa di indagini più approfondite e che lo stesso conto, sarà chiuso a distanza di 30 giorni dalla consegna della comunicazione stessa.
Nessun problema di liquidità per Daniel Negreanu e nemmeno nessuna operazione illegale per "Kid Poker". La sua unica colpa è quella di essere un poker player che viene equiparato ad un giocatore d'azzardo, per il solo fatto di smuovere grosse quantità di denaro, da e per i casinò. In questo senso, la legislazione americana durante la presidenza di Obama si è fatta molto rigida per gli investimenti consistenti.
Il programma denominato "Checkpoint" mira a ridurre il rischio di riciclaggio di denaro sporco, oltre che di operazioni finanziare poco chiare. E fra i settori colpiti da questa norma ci sono anche i casinò terrestri. Un bel problema.
Tempi duri per i giocatori
Dalla comunicazione della Bank of America si capisce che Daniel Negreanu non avrà né il tempo e né il modo di poter appellarsi a questa decisione del suo istituto finanziario. Fra un mese esatto il conto del canadese sarà chiuso e Daniel dovrà trovarsi un'altra banca disposta ad accettare i suoi soldi. Soprattutto disposta a farsi carico delle operazioni "high roller" dell sei volte campione WSOP con i Casinò americani e non.
Stiamo parlando di un patrimonio netto di 50 milioni di dollari. Non proprio noccioline. Se sorprende che le banche possano rinunciare ad accogliere così tanti soldi, allo stesso tempo stride il fatto che i giocatori di poker siano equiparati ai classici giocatori d'azzardo che frequentano i casinò americani. Una catalogazione che conferma un mancato sdoganamento dei luoghi comuni.
Quello che fa riflettere è la diversità da Stato a Stato negli USA su questo argomento. Leggendo gli interventi di altri giocatori sul post di Daniel Negreanu, è emerso che in alcuni stati le banche attuano la differenza tra giocatori di poker e giocatori d'azzardo, preservando così il conto corrente dei professional poker players.
I precedenti
Daniel Negreanu già nel 2015 si è ritrovato davanti ad una cosa simile con la Bank Of America, proprio a seguito della riforma portata avanti dall'amministrazione Obama. Ma in quel caso, dopo una sospensione del conto di circa tre settimane per indagini e approfondimenti, il conto del campione canadese era stato sbloccato. Questa volta invece non ci sarà un lieto fine.
Nella discussione su Twitter è intervenuto anche il campione del mondo 2005 Joe Hachem. Il player australiano ha affermato che non si tratta del primo caso in Nevada e che altri giocatori, alla pari di Daniel Negreanu, si sono visti chiudere il conto dall'oggi al domani dalle loro banche. Una situazione che sta diventando sempre più esplosiva e difficile per i giocatori stessi.
Colpa delle WSOP?
Come detto, una miriade di persone hanno commentato il post di Daniel Negreanu. Fra questi, alcuni hanno ventilato la possibilità di una chiusura del conto in seguito alle operazioni finanziare di "Kid Poker" in vista delle WSOP online. In pratica gli spostamenti di denaro verso le pokerroom online da parte del canadese potrebbero aver insospettito la banca, portando poi a delle indagini più approfondite.
E si tratterrebbe dell'ennesimo controsenso in ambito pokeristico, soprattutto alla luce della regolamentazione di un mercato legale per il poker online in diversi stati degli USA. Sta di fatto che il futuro per i giocatori, oltre che per lo stesso Daniel Negreanu, si annuncia molto complicato in fatto di banche e spostamento di denaro. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane.