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Doyle Brunson: i giocatori e l’onore

C’è chi dice che non ci si possa fidare di un giocatore, ma per Doyle Brunson vale esattamente il contrario. Scopriamo il perché in questo suo articolo.

“I giocatori vivono esistenze diverse rispetto alle persone normali, e la maggior parte di quelli che conosco hanno una peculiarità che quasi potrebbe sorprendere: in media, mantengono più spesso la parola data rispetto alla gran parte dell'altra gente.

In molti restano quasi scioccati quando dico questa cosa, ma è la pura verità. In quale altra professione potete annunciare una grossa puntata e ricevere poi tranquillamente il denaro nel caso risultiate vincenti? Per tutte le cose nel mondo “reale” ci vogliono contratti, clausole ecc. Tra noi giocatori invece basta la parola. Ed è sempre stato così.

A tal proposito, voglio raccontarvi un episodio capitatomi personalmente quando un certo Bradley venne a Fort Worth, in Texas, per giocare a poker. Era giovane e non troppo esperto, e aveva pure un bankroll risicato.

Durante il suo soggiorno scoprì che a parecchi poker player piaceva scommettere sul football (non il calcio, che qui chiamiamo soccer). Bene, decise di voler puntare 1.000 dollari sui Denver e siccome a me piaceva l’altra squadra accettai di coprigliela alla pari.

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Quando ci ritrovammo tutti seduti ad un tavolo da poker, in attesa di ricevere le prime carte, Bradley mi disse: “Posso avere una ricevuta?” Ci fu un momento di completo silenzio e poi un boato di risate. Anche a me venne da ridere perché in effetti mi sembrava la cosa più sciocca che avessi mai sentito. Bradley cercò allora di spiegarsi: “Non voglio offenderti Doyle, è solo che sono un sacco di soldi per me e non voglio che ci siano incomprensioni di alcun genere. Non voglio una ricevuta per i soldi, ma soltanto un qualcosa di scritto che specifichi di che scommessa si tratti.”

Piuttosto che discutere con lui, presi allora un pezzo di carta e ci scrissi tutto per bene, con grande soddisfazione di Bradley. Durante la partita, Denver iniziò bene e lui teneva la ricevuta sul tavolo. Nel momento in cui si distrasse un attimo, uno degli altri giocatori accese scherzosamente un fiammifero e gli bruciò il pezzo di carta in pochi istanti senza che Bradley se ne accorgesse.

La partita giunse intanto a conclusione con Denver che aveva conquistato la vittoria. Per Bradley era una bella ed importante sommetta, visto che aveva rischiato una buona parte del suo bankroll. Con un atteggiamento volutamente scontroso, gli strinsi la mano dicendogli “Ok, mostrami la ricevuta e ti do i soldi.” Lui si girò subito per prendere il prezioso foglietto ma in un solo istante il panico lo fece diventare bianco in volto. Poi esclamò verso tutti: “Che fine ha fatto la mia ricevuta? Chi è stato? Voi siete tutti testimoni!”

Ma gli altri mormorano qualcosa e poi dissero di non sapere nulla, per cui Bradley si rivolse a me balbettando e chiedendomi di pagargli almeno la metà. “Ti fidi di me, ragazzo?” gli chiesi. “Certo Doyle, come sempre” rispose lui. Afferrai dunque il mio portafogli e gli diedi tutti e mille i dollari. Per quanto mi riguarda, tutti i contratti al mondo non valgono la metà della parola di un giocatore.”

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