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Il tweet fatalista di Doyle Brunson: "Non so cosa ho, ma se mi deve uccidere che lo faccia in fretta..."

Il poker è fatto di "sì e ora", di continuo aggiornamento, di momenti di rush da cavalcare e bad run da sopportare. Se però sei una leggenda, allora continuerai a esserlo anche se praticamente non giochi più e i malanni ti assaliscono. Doyle Brunson in questo senso è un esempio forse unico: un giocatore superato, ormai ininfluente sul panorama attuale, ma tale e tanta è stata la sua influenza nella storia di questo gioco da collocarlo in pianta stabile nel cuore di tutti gli appassionati.

Doyle Brunson, la morte e i tormentoni fake. Ma questo tweet è vero...

Chi ama e segue "Texas Dolly" ha anche imparato a convivere con gli allarmi riguardanti la sua salute e anche con gli annunci "fake" di morte. Quest'ultimo è uno dei tormentoni dell'internet pokeristico e non si contano i "RIP Doyle" apparsi randomicamente sui vari forum nel corso degli anni. L'ultimo tweet del 10 volte campione WSOP ha però lasciato sgomenti molti amici e follower:

"Non sono certo di riuscire a liberarmi di questo malessere o qualsiasi cosa esso sia. Ma se è qualcosa destinata a portarmi via con sé, allora che lo faccia presto." Potrebbe suonare così, la traduzione di questo triste tweet del campione 86enne. Non possiamo sapere - come del resto il diretto interessato - di cosa si tratti, ma certo in passato Doyle Brunson ha dovuto fronteggiare avversari molto duri per la sua salute. Non ultimo un cancro che lo aveva attaccato qualche anno fa, e non è da escludere che il problema attuale possa essere in qualche modo ad esso correlato.

Ovviamente moltissime sono state le risposte di incoraggiamento e di augurio, per il vecchio Dolly. La più simpatica è senza dubbio quella di Mike Frobisher: "Spero che tu possa campare ancora 20 anni: ho scommesso sulla tua vittoria al Main Event WSOP del 2039."

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Battute a parte, è ciò che ci auguriamo tutti. Forza, vecchio Dolly!

 

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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