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Faraz Jaka e il labile confine tra un call geniale e una "donkata" pazzesca

Faraz 'the toilet' JakaDurante il day 1 del North American Poker Tour sponsorizzato da PokerStars, terminato nei giorni scorsi a Mohegan Sun, c’è stata una mano molto singolare in cui era coinvolto Faraz “the toilet” Jaka (terminato infine terzo, ndr). È lui ad aprire da UTG per 2.000 chips, trovando i call di due avversari.

Il flop è, apparentemente, di quelli buoni per un giocatore che ha rilanciato da quella posizione: a 6 5 , così Jaka opta per una continuation bet di 5.200, venendo callato solo da un avversario.

 

Il turn è un 3 , apparentemente una blank card, cosi “the toilet” punta altre 5.200 chips, viste anche queste dal suo ostinato avversario. Il river è un 10, che chiude il potenziale progetto di colore presente sul flop. Jaka comincia a riflettere e chiede le dimensioni dello stack del rivale, che risulta ammontare a 9.700 chips. Decide quindi di checkare e, istantaneamente, il suo avversario va all in.

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Si tratta di mettere la metà dello stack rimasto in un piatto diventato ormai enorme (oltre 40.000 chips!). Faraz comincia a considerare seriamente la possibilità di foldare, tuttavia all’improvviso prende le chips e fa call, mostrando… 9 8 , che si dimostra incredibilmente la mano migliore, visto che l’altra era 8 7 .

Il protagonista di questo call incredibile vince quindi un piatto enorme con 9-high, subendo gli insulti del suo oppo che lo definisce “l’uomo più triste sulla faccia della Terra”.
Uno spettatore, sgomento, gli ha subito chiesto se avesse ristretto il range avversario esattamente su 8-7, ricevendo in risposta un laconico “8-7 o il colore”.

Intervistato da alcuni blogger esteri, “the toilet” ha commentato questa giocata asserendo che il suo stile differisce molto da quello della maggioranza dei giocatori, pur conoscendo le basi strategiche del Texas Hold’em si basa molto sull’osservazione dei tells dei suoi avversari. Certamente questo call farà discutere per parecchio.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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