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Francia, galera per chi offrirà poker online illegale

L'isola di Malta è uno dei Paesi che potrebbe appellarsi all'Unione EuropeaIn Francia si sta ultimando l’iter legislativo che dovrebbe portare alla regolamentazione del poker online, che dovrebbe prendere il via con l’esordio dei Mondiali di Calcio, e visto che il modello italiano basato su concessioni ha avuto successo, ecco che per chi opererà nell’illegalità le pene saranno severe: si parla infatti di 45.000 € di multa e fino a tre anni di reclusione.

Il provvedimento naturalmente riguarda soltanto i proprietari di poker room irregolari e non i frequentatori, un giro di vite che evidentemente punta a tutelare il mercato di chi, a fronte di investimenti ingenti, richiede garanzie circa l’assenza di una concorrenza che giudicherebbe sleale. Tuttavia, le cose rischiano di non essere così semplici.

Sappiamo infatti come all’interno della Comunità Europea non sia possibile, da parte dei singoli stati membri, legiferare in senso contrario a quello che è il Diritto Comunitario, che in caso di contenziosi ha per così dire la precedenza.

Pertanto, si ipotizza come probabile la reazione da parte di tutte quelle poker room che – pur basandosi su legislazioni estere – risiedono in pieno territorio europeo, così come è il caso di Malta, che già a suo tempo creò frizioni con l’Italia per lo stesso motivo.

La realtà, insomma, appare evidente: il mercato del poker online è in piena espansione e genera dunque numeri da capogiro a cui tutti gli operatori del settore ambiscono. Naturalmente, in assenza di normative specifiche in materia il tutto era molto più semplice, mentre adesso che i singoli stati – resisi conto della portata del fenomeno – stanno iniziando a porre paletti i nodi vengono al pettine.

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Isabelle Mercier è uno dei volti di punta del poker franceseD’altro canto, il mercato francese si preannuncia promettente e florido, se pensiamo che già da tempo colossi d’oltralpe come BetClic stanno muovendo le loro pedine per essere pronti e competitivi al fatidico taglio del nastro.

In ogni caso, la strada sembra ormai tracciata, almeno per quanto riguarda il breve periodo: ciascun Paese si adopererà perché il poker texas hold’em sia regolamentato e tassato, così come del resto avviene per qualsiasi altra attività di tipo economico. Italia e Francia saranno allora le nazioni precursrici di una tendenza più generale e destinata ad espandersi.

Vedremo se in futuro ci sarà spazio per una legislazione comune che superi i confini nazionali e permetta il confronto internazionale almeno a livello europeo, così come molti giocatori - e probabilmente anche operatori - sperano.

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