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Non c’è pace per Full Tilt Poker: a 9 giorni dall’udienza verità davanti all’Alderney Gambling Control Commission (AGCC), uno studio legale canadese ha promosso la terza class action contro i responsabili della red room ed anche in Italia diversi players stanno valutando una possibile tutela giuridica dei propri interessi economici, nel caso dovesse essere revocata la licenza del noto sito di gioco.
La nuova azione collettiva è stata presentata dallo studio legale canadese Consumer Law Group presso la Superior Court dello stato del Quebec. Le accuse mosse nei confronti dei vertici della casa da gioco sono gravi. Gli avvocati sostengono che vi sia stato un “congelamento illegale dei fondi dei clienti” ma non solo: “i players sono stati impossibilitati dall’accedere al loro account”, si legge nell’atto di citazione. Frasi che risuonano come accuse non solo nei confronti della room ma anche dell'ente regolatore britannico.
Si tratta della terza azione legale contro Full Tilt Poker. La prima è stata mossa nel mese di giugno da Todd Terry e soci a tutela dei players statunitensi. La seconda invece è stata depositata sempre in Canada da parte di due giocatori ed ora la terza, addirittura dallo studio legale legato all'associazione dei consumatori.
E’ notizia di una settimana fa che gli avvocati del gruppo irlandese si sono dimessi ed hanno chiesto la revoca del mandato per la difesa in merito al procedimento giudiziario promosso negli States.
La situazione è grave ma il 19 settembre si potrebbe arrivare ad un ulteriore rinvio da parte dell’AGCC: l’obiettivo è quello di dare tempo agli azionisti della red room di trovare una soluzione con nuovi ed eventuali acquirenti, per rimborsare i players ed evitare il fallimento.
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