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Gus Hansen, parla il manager: "noi all'oscuro di tutto"

La pagina web del sito extrabladet da cui è tratta l'intervista di Gus HansenPer le molte icone del poker online mondiale coinvolte a qualsiasi titolo nell'affare Full Tilt è tempo di dichiarazioni pubbliche e prese di posizione. Dopo l'esposizione di durrrr, il quale da ieri risponde alle domande degli utenti di 2+2 quasi con il ritmo di un customer care e concede interviste a destra e a manca, è ora il turno di Gus Hansen.

Da anni uno degli uomini immagine più efficaci per Full Tilt Poker, anche The Great Dane ha dunque deciso di rompere un silenzio durato diversi mesi, in cui peraltro anch'egli - come molti Full Tilt Pro - ha disertato gran parte degli impegni internazionali. Gus si fa vivo per interposta persona, tramite un'intervista rilasciata al periodico danese ekstrabladet dal suo manager Erik Balck Sørensen.

"Eravamo all'oscuro dei guai di Full Tilt, e abbiamo saputo tutto allo scoppio del Black Friday. Fino ad allora, Gus era convinto di essere parte di un business collaudato e che andava a gonfie vele, guidato da un management professionale con una netta separazione tra i soldi degli utenti e quelli necessari alla gestione del sito", spiega Sørensen che aggiunge "Stando a quanto sostiene il DOJ, sembra che le cose stiano diversamente dalla storia che ci avevano raccontato in precedenza".

Gus HansenIl manager del campione danese ci tiene a sottolineare che il suo assistito non ha mai avuto alcun ruolo operativo nè potere decisionale in Full Tilt, della quale situazione ha iniziato ad apprendere solo quando le cose erano già compromesse e note a tutti.
Anzi, secondo Sørensen Gus è una vittima di questa situazione: "Ci hanno detto un sacco di cose che probabilmente non erano vere...Ora Gus è molto giù, sia per il destino del sito di cui è stato rappresentante per anni, sia per i giocatori che ancora oggi attendono di rivedere i propri soldi." Tra di essi, secondo Erik, c'è anche lo stesso Hansen: "Non è un segreto che Gus avesse una forte somma di denaro bloccata nel suo conto su Full Tilt Poker, che comprendevano soldi guadagnati con il gioco e pagamenti da parte del sito."

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Oltre a questo, c'è la famosa questione della quota di azioni di Full Tilt di cui Gus - come tutti i componenti del Team Full Tilt (ricordiamo gli altri: Phil Ivey, Howard Lederer, Chris Ferguson, Erick Lindgren, Allen Cunningham, Jennifer Harman, Mike Matusow, Andy Bloch, Tom Dwan, John Juanda, Phil Gordon, Erik Seidel), sarebbe in possesso. Essa ammonterebbe all'1%, ma si tratta di un dato mai confermato ufficialmente.

Sørensen conclude con una dichiarazione d'intenti: "Gus ha promosso il marchio per anni, e per un bel pò di tempo lo ha fatto senza venire pagato per questo. E' stato fedele e lo è tuttora. Certo, nessuno rimane fedele a dei criminali, se le persone coinvolte in questa vicenda si dimostrassero tali!"

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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