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High Stakes Poker: Booth vs Ivey

High Stakes Poker (HSP) è senz’ altro il programma TV di poker di maggior successo negli Stati Uniti. La formula del cash game, i personaggi e un’ azione ai massimi livelli sono gli ingredienti che garantiscono il successo di questo show.

Si è fatto un gran parlare in questi giorni di una mano in particolare: http://youtube.com/watch?v=bN8_gO1_Njg
In tutti i forum americani si sono aperte molte discussioni su questa giocata che vede come protagonisti il canadese Brad “yukon” Booth e Phil Ivey.
Dal punto di vista puramente matematico la giocata è un capolavoro del Canadese. Il suo clamoroso overbet lascia poche chances a Ivey. Dal punto di vista psicologico invece, in molti hanno criticato il fold del giocatore Statunitense. Cosa poteva giustificare una simile puntata se non un bluff o al limite un monsterdraw di Booth?
Personalmente non sono molto d’accordo: il concetto del livellamento del pensiero è fondamentale in questo caso una giocata che molti avrebbero inteso in un modo poteva benissimo nascondere una trappola (nel senso che Booth poteva aver floppato un set). Ivey semplicemente ha preferito evitare uno scontro pesantissimo in una situazione in cui non si sentiva sicuro.
Molte altre le considerazioni da fare: Booth ha davanti 1 milione di dollari all’ inizio della mano e Ivey 300.000 $. In una situazione deepstack come questa è necessario usare ancora più cautela del solito!
Ivey sa di avere un margine di vittoria nei confronti degli altri giocatori al tavolo e preferisce quindi aspettare un momento migliore per giocarsi le sue chances. Non credo si sia spaventato: uno come lui che si gioca 100.000 $ su una buca a golf non può aver paura di una puntata simile, ma molto più semplicemente, secondo il mio punto di vista, ha raccolto una serie di valutazioni e ha deciso di non voler rischiare in questa situazione.
Non so quanto credito dare alle altre dichiarazioni dei protagonisti su questa mano: su un forum americano è interventuo anche Barry Greenstein, che ha detto di aver sentito telefonicamente Ivey durante un break della registrazione Ivey avrebbe confessato a Barry di non conoscere Booth e il suo gioco, di aver pensato che si trattasse di un dilettante miliardario con in mano AA che voleva chiudere la mano subito dopo il flop.
Sinceramente faccio molta fatica a credere a questa versione di Ivey: Booth è un cashplayer molto conosciuto negli States, è un assiduo frequentatore del Bellagio e dei più alti tavoli cash delle migliori poker room di Las Vegas. Difficile quindi che Ivey non lo conoscesse. E se anche così fosse, sarebbe un gravissimo errore di presunzione da parte di Ivey sedersi ad un tavolo senza sapere nulla di un suo avversario.
Brian Townsend nel suo blog sostiene che, sempre durante il break, Ivey gli ha detto di aver foldato QQ. Anche qui una piccola ma consistente bugia del giocatore di colore, seppur comprensibile visto che Townsend era della partita in quel momento.
Concludendo mi sento di fare i miei complimenti a Booth: una gran giocata! Un bluff di gran classe e di prepotenza: gran classe per un paio di tell concessi a Ivey sia preflop che dopo.
La mossa dei 3 bricks da 100.000 $ in cash è devastante ed eseguita con una fermezza a dir poco imbarazzante.

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Alberto Franceschini

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