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Il poker come terapia contro il morbo di Alzheimer

Dagli USA rimbalza una importante notizia per gli appassionati di texas hold'em un po' più “attempati”. Chi è preoccupato dall'inarrestabile avanzare dell'età da oggi potrà contare su una nuova e certamente più eccitante terapia: il Poker.

Uno dei più importanti ricercatori al mondo sulla condizione dei malati di Morbo di Alzheimer, il professor Jeffrey Cummings, ha redatto un nuovo protocollo di contrasto – non invasivo – che mira a rallentare l'incedere della malattia puntando tutto sulla capacità di stimolare la mente attraverso il poker e lo svago.

Jack Ury, a 97 anni ancora presente alle WSOP“Gli innumerevoli dati che abbiamo raccolto sulla demenza causata dall'Alzheimer dimostrano, senza alcun dubbio, che se una persona è ancora in grado di lavorare o giocare, quindi ancora mentalmente stimolata, risponde in maniera molto più efficente alle conseguenze del morbo, e dal punto di vista cognitivo questo ritarda sicuramente gli effetti della malattia stessa".

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Giocare a poker o ad altri giochi di carte per almeno due volte alla settimana, può incidere significativamente sull'aumento della qualità della vita della popolazione over 70, mentre il troppo relax inciderebbe in maniera negativa sulle probabilità di sviluppo della patologia.

Un'ulteriore conferma arriva da un altro studio condotto nel 2009 in Francia su un campione di  5.000 persone. Secondo i risultati ottenuti, giocare a carte e più precisamente a poker, riduce del 50% la possibilità di ammalarsi di una qualsiasi forma di malattia da demenza, stimolando in maniera costante la mente e contrastando di conseguenza gli effetti della demenza senile.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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