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Il pranzo tra Scheinberg e Wynn che rivoluzionerà il poker

steve-wynnForbes ha rivelato i dettagli della storica alleanza sottoscritta a marzo da PokerStars e dal re della Strip Steve Wynn: la joint-venture vedrà partecipare al 50% i due colossi del gioco mondiale. Il sito PokerStarsWynn.com sarà lanciato negli Stati Uniti quando sarà legalizzato a livello federale il gioco online. In base agli accordi, il magnate di Las Vegas avrà la responsabilità di vincere la partita più dura a Capitol Hill, per persuadere con il suo innato carisma il Congresso a riconoscere il poker su internet come un'attività lecita. In gioco c'è il mercato più importante del mondo con oltre 20 milioni di players.

Un'alleanza che viene da lontano. Tutto è nato due anni fa, durante un riservatissimo e blindato incontro sulla barca di Steve Wynn ancorata nel Mediterraneo. Un pranzo di lavoro durato più di tre ore, durante il quale il fondatore di PokerStars, Isai Scheinberg ha provato a convincere il proprietario della Wynn Resort a regolamentare il poker online negli Stati Uniti e di costituire una joint-venture.

La reazione iniziale di Wynn è stata molto fredda: per anni aveva combattuto a tutti i livelli il gioco in rete. Forbes rivela che l’uomo d’affari statunitense era molto diffidente: alla prima truffa online da parte della community,  il Governo l’avrebbe fatta pagare anche ai casinò di Las Vegas, con norme restrittive su tutto il mondo del gambling a stelle e strisce. “Non vedevo – commenta – opportunità di business ma solo problemi”.

steve-wynnWynn però si è ricreduto nei mesi successivi: “La mia diffidenza iniziale era del tutto ingiustificata. Ho sbagliato perché non ero a conoscenza di tutta una serie di questioni tecniche sulla sicurezza”. In particolare il magnate di Las Vegas è stato colpito dalla capacità di PokerStars di poter individuare e porre rimedio ad una serie di potenziali attività anomale sul web. “Stars opera principalmente in mercati regolamentati, in particolare in Europa, e garantisce lavoro a 1.300 dipendenti con un salario medio di 110.000$. Investono molto nel lavoro intellettuale e nello sviluppo dei software. Una delle mie preoccupazioni principali era sull’accesso al gioco da parte dei minori ma ho scoperto che loro erano più attenti e rigorosi nei controlli di noi”.

Il progetto ha registrato una svolta l’anno scorso quando il potentissimo Senatore del Nevada Harry Reid ha chiamato Wynn e gli ha rivelato di aver cambiato idea sul gambling da remoto: “Steve, ci sono milioni di persone che giocano a poker online ed è una disciplina americana al 100%. Vieni nel mio ufficio che consideriamo la possibilità di regolamentarlo”.

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Nel frattempo, la trattativa con PokerStars andava avanti: il secondo incontro sulla barca di Wynn è avvenuta qualche mese fa, questa volta alle Bahamas ed il re di Vegas ha preso sul serio le proposte di Scheinberg. Le considerazioni di Wynn sono state lapidarie: “Non vedo l’ora di cambiare lo status quo del mercato negli USA. PokerStars sta facendo enormi profitti nel nostro paese e l’unico concorrente serio è Full Tilt Poker”.

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Nelle orecchie del miliardario americano risuonavano le parole del fondatore di Stars nel primo incontro: ”Steve, abbiamo molti clienti negli Stati Uniti e vogliamo agire nel miglior modo possibile. Non voglio guardare sopra le mie spalle a questo punto della mia vita”. E Scheinberg ancora una volta ha dimostrato di vederci lungo. Così Wynn ha accettato di lavorare in joint-venture al 50% per il nuovo PokerStarsWynn.com che nei prossimi anni sarà il brand più conosciuto nel Nord America.

steve-wynn“Ho sottoscritto un contratto – afferma Wynn – che mi impegna ad essere il responsabile nei confronti della nuova società, per la regolamentazione del poker online”. In questo modo PokerStars si è garantita l’alleanza del Senatore Harry Reid, amico di lungo corso del ricco uomo d’affari di Las Vegas.

Il Dipartimento di Giustizia però non la pensa allo stesso modo. Wynn ammette: “Il gioco in rete è ancora in una zona grigia sotto il profilo legale negli USA. Il Dipartimento pensa che il gambling online for money violi le leggi federali. Molti Governi e Stati però hanno riconosciuto il poker come un gioco d’abilità e non d’azzardo ed è la stessa tesi di Stars. Dipende. A mio avviso il punto è un altro: milioni di players giocano online e continueranno a farlo sia legalmente che illegalmente. Quindi perché non riconoscerlo? Sarebbe un errore non farlo”.

La battaglia più dura però sarà a Washintgon, dove i repubblicani controllano la Camera dei Rappresentanti e non sono inclini a riconoscere il gaming su internet per un semplice motivo: vogliono impedire la larga diffusione delle scommesse sportive che - a loro avviso - inquinerebbero gli sport professionistici americani. Wynn riuscirà a convincerli? Il magnate non si sbilancia: “non mi sono ancora fatto un' idea su questo punto. Io ero uno dei primi oppositori ma analizzando determinate situazioni con logica, ho capito che mi sbagliavo. E sono convinto che anche altre persone possono essere illuminate dai fatti che hanno fatto cambiare idea al sottoscritto. Ma ciò non significa che ho ragione, specialmente a Washington”.

Luciano Del Frate

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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