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L.A.P.C. al final table

Dopo 5 giorni di grande poker e 690 giocatori eliminati, il Los Angeles Poker Classic si affaccia al suo atto finale: un final table a sei giocatori, come vuole la classica formula del World Poker Tour, del quale il LAPC rappresenta uno degli eventi più prestigiosi. Uno scatenato Chris Ferguson aveva imboccato l'ultima curva (il day5 con 20 players in gioco, ndr) in testa, ma ad entrare in dirittura d'arrivo davanti a tutti è un redivivo Chris Karagulleyan, che vedete nella foto.

Lo statunitense mancava da oltre sei anni da un tavolo finale WPT, circuito che gli diede la notorietà: era infatti l'estate 2002 quando l'americano di origine armena si aggiudicava il WPT Legends Of Poker, successo cui seguì un lungo oblio, fino  a ieri. Kris ha vissuto un day5 da protagonista, terminando da chipleader molto netto, e quindi si aprono per lui prospettive di un ritorno alla vittoria in un evento di primo piano quale il LAPC.
Questa notte, oltre al pro di Full Tilt Chris "Jesus" Ferguson, al quale Chris ha tolto di forza la leadership durante il day 5, saranno altri quattro giocatori a tentare di impedire il grande ritorno alla vittoria per Chris Karagulleyan:

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Chris Karagulleyan 4.080.000
Mike "SowersUNCC" Sowers 2.405.000
Pat Walsh 2.200.000
Binh Nguyen 1.895.000
Cornel Cimpan 1.740.000
Chris "Jesus" Ferguson 1.565.000

 

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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