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Sklansky racconta: “Quella volta in cui Larry Flynt provò a fregare Doyle al Main Event WSOP” e fu bannato

È uno dei padri della teoria del poker, vive a Las Vegas da 50 anni, e di storie di vita vissuta fuori e dentro ai tavoli David Sklansky ne ha da raccontare a volontà.

Dopo aver parlato di come aiutò Bob Stupak proponendo folli idee di marketing, David racconta un altro assurdo episodio che coinvolge ricchi businessman a Las Vegas durante il Main Event WSOP 1988.

Questa volta i protagonisti sono Larry Flynt, imprenditore, fondatore di Hustler e amante del poker high stakes, e Doyle Brunson che non dovrebbe aver bisogno di presentazioni. Sentiamo direttamente le parole di Sklansky:

La scommessa tra Flynt e Brunson

“All’inizio non volevo fare nomi, ma questa storia è di dominio pubblico. E non solo, credo che Larry Flynt ne andava anche fiero.

Larry Flynt era un editore di riviste hot, ma anche un giocatore di poker principiante. Era molto ricco, a volte si sedeva ai tavoli cash game con un milione di dollari in contanti, quindi i $10.000 delle World Series Of Poker non erano niente di che. 

Doyle Brunson fece una scommessa con lui, $1.000.000 contro $10.000 che Flynt non sarebbe riuscito a vincere il Main Event. Larry non capiva molto bene il gioco. Certo, sapeva essere aggressivo, non aveva paura di nulla, ma non riusciva a entrare nella dinamica del gioco. (Flynt era un giocatore principalmente di 7 Card Stud ndr).

Ai tempi il Main Event si giocava in tre giorni se non sbaglio, e alla fine del primo day Larry era al comando. Sembrava molto strano, e ovviamente Doyle non era felice di ciò. 

Per coincidenza un paio di giorni prima Brunson disse a Larry che poteva imparare qualcosa di più sul Texas Hold’Em  facendo qualche ora di lezione con me, cosa che Larry fece. Quindi dopo il primo giorno andai lì. Non credo che Doyle fosse contentissimo a quel punto, ma ormai gli accordi erano fatti”.

Flynt “comprava” i suoi avversari

“Comunque il giorno dopo ero al suo tavolo, e Larry continuava a vincere. Lui giocava, la gente foldava e lui vinceva. Mi aveva mostrato un asso per farmi vedere che aveva ascoltato i miei consigli. Doyle mi chiese se c’era qualcosa di sospetto, e gli risposi di no.

Ripensandoci in realtà c’era stata qualche mano un po’ particolare.

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Più tardi quel giorno, non so di preciso come avvenne, Doyle disse a Flynt: ‘La scommessa è annullata’, e Larry fu d’accordo.

Non so come se ne accorse, ma poi divenne di pubblico dominio che Larry – anzi in realtà era Ken Smith, un giocatore di scacchi e di poker – andava dalla gente che si trovava al tavolo con Larry e li pagava in base a quante chips avevano davanti in quel momento. Se uno aveva 20.000 chips gli dava $20.000, se aveva 42.000 gli dava $42.000, era molto semplice. Poi il loro scopo era fare chip-dumping, ovvero passare più chips possibile a Larry (una pratica severamente vietata ai tavoli perché illegale, ndr).

La confessione e le conseguenze

“In qualche modo tutti i colpevoli si riunirono e confessarono. Forse, non ricordo bene, erano in stato di custodia nel casinò, perché a volte Benny Binion tratteneva qualcuno che non si comportava bene. Larry Llynt era un fish così ricco… se qualcun altro avesse fatto la stessa cosa avrebbe pagato le conseguenze, ma pare che l’abbiano semplicemente lasciato andare con un ammonimento: ‘Non è andata, Larry’.

Probabilmente ha perso milioni e milioni di dollari con i poker player, ma avrebbe rovesciato il mondo per fregare Doyle per un milione. Lo voleva fare. È una cosa brutta, ma credo che alla fine sia stato perdonato da tutti. Aveva preso un casinò (in California, ndr), organizzava una partita high stakesuna volta a settimana, e alla fine era accettato dal mondo del poker. Ma non ho dubbi che tutti sapessero di questa storia.

Alcuni pensavano che c’entrassi qualcosa, perché ero al suo tavolo e non mi aveva eliminato, ma in realtà nessuno venne da me e non mi accorsi di nulla. Anzi, mi ha dato fastidio non rendermene conto”.

Per la cronaca, Jack Binion escluse Flynt dal torneo e lo bannò a vita dalle World Series Of Poker, finché Becky Binion non riuscì a riabilitare il nome di Larry e a riammetterlo alle WSOP.

Scrivo di poker da 10 anni, praticamente è l’unica cosa che ho fatto. Ho passato più tempo effettivo in un casinò che a casa e nonostante questo non riesco a battere il NL10. Spero di scrivere meglio di come gioco.
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