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Lee Jones e il poker online: “Non abbiate paura dei cinesi”

Lee JonesLee Jones, ex manager di Pokerstars nonchè autore del fortunato libro “Winning Low-Limit Hold’em”, ci parla dalle pagine di PocketFives di un fenomeno che pare sia in costante ascesa: la presenza di giocatori cinesi sui tavoli cash game small-stakes di poker online.

Causa di tutto ciò non sarebbe un improvviso amore per il Texas Hold’em quanto piuttosto un modo per rimpiazzare i giochi di ruolo – tipo World of Warcraft – che sono stati ultimamente banditi in Cina.

Prima di allora, infatti, i cosiddetti Massively Multiplayer Online Role-playing Game (MMORPG) costituivano per molti di essi una vera e propria fonte di reddito, dato che l’”oro virtuale” che riuscivano a collezionare durante le partite veniva poi venduto su Ebay in cambio di denaro vero. Certo, non cifre stratosferiche, ma abbastanza per poter sopravvivere da quelle parti e, comunque, anche di più di quanto mediamente si possa guadagnare in Cina con un lavoro normale.

Fin qui niente di troppo strano, in fondo, ma pare comunque che in molti abbiano espresso il loro timore sulle eventuali ripercussioni di tale fenomeno sul poker online. Già, perchè questi nuovi giocatori avrebbero più volte impiegato uno stile piuttosto nitty, dando l’impressione che il loro obiettivo sia solo quello di sbloccare bonus e collezionare il rakeback. E per molti ciò costituirebbe innanzitutto un modo di agire non legittimo e poi non farebbe altro che rovinare le partite e moltiplicare i sospetti di collusion.

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Ma per Lee Jones queste obiezioni sono tutt’altro che fondate, poichè il loro modo di operare sarebbe assolutamente conforme al regolamento e quindi non riconducibile a fenomeni di cheating. Di rakeback-pro ce ne sono molti in giro, così come ce ne sono altrettanti di cosiddetti “bonus whore” ossia quelli che si costruiscono un bankroll sfruttando, ad esempio, le tante promozione sul primo deposito offerte dalle varie poker room della rete.

Quanto al fatto che rovinino il gioco, secondo Lee non c’è niente di meglio che avere a che fare con avversari che giocano in maniera super-prevedibile. “Dopo una loro 3-bet preflop alla vostra coppia di 10, non siete contenti di aver scoperto di essere dietro in maniera piuttosto economica? “
Lee dunque rasserena tutti: “Ho sentito dire da qualcuno che ‘questa gente’ non dovrebbe sedersi ai ‘nostri tavoli’. Spero di aver capito male. La Cina attualmente conta il 20% della popolazione mondiale e se davvero dovesse scoppiare anche da loro la febbre del  poker, tutto il movimento internazionale ne gioverebbe tantissimo. La loro classe media sta diventanto sempre più numerosa e, di pari passo, sta crescendo la loro disponibilità economica. Nel poker c’è spazio per tutti, a prescindere dallo stile di gioco.”

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