La comunità del poker è sotto shock per la perdita di una delle sue stelle più preziose: DAVID “CHIP” REESE. David è morto ieri, 4 dicembre, a soli 56 anni, a causa di una polmonite. Ricoverato sin da lunedì all’ospedale, pare sia passato a miglior vita durante il sonno.
Meglio conosciuto nell’ambiente come “Chip” è nato e cresciuto in Ohio, dove ha imparato tutti i giochi di carte durante il primo anno delle scuole elementari poichè costretto a rimanere a casa a causa di una febbre reumatica. Uno dei suoi giochi preferiti era appunto il poker, specialità che ha continuato anche alle superiori e poi al college.
Ammesso alla Stanford Business School decide invece di abbandonare gli studi e di giocare a poker da professionista dopo aver vinto 40.000$ in un torneo a Las Vegas. La sua prima volta nella mecca del poker è stata talmente redditizia e divertente che ha lasciato il suo lavoro in Arizona dopo alcuni giorni e pare che non vi abbia mai più fatto ritorno, nemmeno per prendere le cose lasciate nel suo appartamento (sembra abbia mandato qualcuno al posto suo che gli portasse a LV anche la sua auto!).
La sua carriera incomincia subito dopo, guadagnando 50.000$ nel suo primo mese di attività al cash game. Approda anche ai tavoli del “Big Game” dove siedono Doyle Brunson e Johnny Moss. Nella sua prima sessione scrisse che giocò per 4 giorni consecutivi e quando chiuse, aveva guadagnato 300.000$! Oltre al gioco cash, è stato in grado anche di farsi strada nel circuito dei tornei, ottenendo il suo primo braccialetto WSOP nel 1978 nella specialità “Seven-Card-Stud Split”.
Sempre alle WSOP nel 1981 fece tre tavoli finali e l’anno successivo portò a casa il secondo braccialetto ottenuto grazie alla vittoria nel torneo di “Seven-Card-Stud”. Sempre in quell’anno vinse l’”Amarillo Slim’s Superbowl of Poker” nel “deuce-to-seven lowball” e venne riconosciuto da tutti come il miglior giocatore al mondo di poker che si potesse trovare in circolazione.
Nel 1991 entrò a far parte del “Poker Hall of Fame” all’età di soli 45 anni divenendo così il più giovane giocatore ad ottenere un titolo simile. La sua vittoria più recente è dello scorso anno, quando nell’edizione WSOP del 2006 vinse il torneo inaugurale del Campionato di HORSE dal buy in di 50.000$ (il più grande delle storia delle WSOP), dove a parteciparvi fu un field straordinario di professionisti e dove il suo heads up finale con Andy Bloch, della durata di 7 ore, è materia di discussione che rimarrà negli anni fra il popolo dei pokeristi. Il braccialetto vinto in questo specialità consolidò definitivamente ciò che i suoi colleghi pensavano da anni e cioè che Chip Reese era il migliore.
Reese è stato l’autore della sezione di seven-card-stud nel libro di poker più venduto al mondo: il Super System di Doyle Brunson, dove Doyle descrive Chip come uno dei migliori giocatori al mondo e sicuramente il migliore a seven card stud contro il quale abbia mai giocato. Il totale delle vincite accumulate nei tornei supera i 2.900.000 $.
In un’intervista rilasciata per la NBC alla domanda: “Quando smetterai di giocare a poker? E cosa farai dopo?” la sua risposta fu: “Smetterò di giocare al mio funerale e solo Dio saprà cosa farò dopo”.
Alcune dichiarazioni di cordoglio d’importanti professionisti del poker sono state già rese note, eccone alcune:
Barry Greenstein: “Chip era un personaggio molto più profondo di quanto il mondo del poker possa pensare. Era un uomo attaccato alla famiglia più di qualsiasi altro in questo ambiente. Era il più grande giocatore di poker al mondo… tutti noi gareggiamo nel poker e le persone che sono in grado di continuare a competere ottengono il nostro rispetto, e quando si tratta di rispetto, Chip era il numero uno. Era una persona speciale…”
Doyle Brunson: “Ho perso uno dei miei più vecchi e cari amici oggi. Era uno degli individui più unici che abbia mai conosciuto e il mondo del poker oggi ha perso uno dei più grandi giocatori”
Todd Brunson: “Ho perso un mentore ed un amico oggi. Per me era uno della famiglia.”
Gus Hansen: “Il mondo è diventato più povero oggi con la perdita di Chip Reese. Anche se è quasi impossibile per me da capire, Chip è morto la scorsa notte per via della polmonite…ed io gli ho parlato proprio ieri intorno alle 19.00. Chip non era solo un campione mondiale di poker ma un individuo di una classe straordinaria e sono orgoglioso di poter dire che era un mio amico.
Era il tipo di giocatore che tutti noi dovremmo cercare di emulare. L’esperienza, l’integrità e la sua bontà d’animo lo hanno reso il miglior ambasciatore di questo gioco e sono certo che mancherà immensamente all’intera comunità del poker. I miei pensieri e le mie più profonde condoglianze vanno alla sua famiglia a cui Chip è stato sempre devoto come padre e come figura paterna. Anche se è una magra consolazione, è mia speranza che sappiano dell’inestimabile valore che Chip ci ha lasciato.”
Riposa in Pace grande Chip...