Alla luce degli ultimi accertamenti della Guardia di Finanza nei confronti dei players residenti in Italia, abbiamo consultato l’Avvocato Asa Peronace che, in tempi non sospetti, aveva previsto l’avvio dell’inchiesta "All in".
L'indagine ha preso in esame il triennio fiscale 2006-2009 e l'analisi conoscitiva è stata allargata - secondo il comunicato ufficiale delle Fiamme Gialle - a diverse posizioni oltre a quelle dei professionisti: si fa riferimento a ben 4.000 giocatori. Il dato sembra sproporzionato. "A mio avviso - chiarisce il legale - hanno fatto riferimento a tutti quelli che hanno maturato almeno una volta una vincita all'estero: questi numeri sono solo indicativi". E' bene chiarirlo, non è detto che siano state mosse contestazioni a tutti i giocatori, l'ipotesi sembra improbabile. Sono stati ascoltati solo i giocatori più noti del circuito professionistico.
Sembra evidente che per il futuro sia necessario un intervento ad hoc da parte del Governo e dei Ministeri dell'Economia e delle Finanze con opportuni regolamenti per disciplinare la materia, considerando i notevoli interessi economici nel poker live, sia nei tornei che nelle sponsorizzazioni.
Naturalmente l'amministrazione non ha alcun interesse ad incentivare gli eventi nelle sale da gioco estere, però come avviene in altri paesi (Gran Bretagna), sarebbe legittimo e opportuno riconoscere e tutelare la figura del giocatore professionista, dandogli la possibilità di pagare le tasse con ragionevole certezza e puntualità ma al tempo stesso concedergli l'opportunità di dedurre le spese come avviene per tutti gli altri liberi professionisti.
Il rischio, nel caso contrario, sarebbe quello di isolare un mercato (quello del live) che per sua naturale vocazione si basa sulla competitività internazionale (come avviene negli sport professionistici), con tutte le conseguenze che ne derivano: basta guardare alla vicina Francia per assistere alla fuga verso l'estero dei top players. Ritornando però all' attualità, facciamo il punto sull' inchiesta con il noto legale del Foro di Milano, Asa Peronace.
Avvocato, la Guardia di Finanza ha dato un’ulteriore scossone e ha reso noto le prime fasi dell’inchiesta. E’ un segnale negativo secondo lei?
“Come abbiamo già avuto modo di rilevare nei mesi scorsi, con ampio anticipo, l’attività dell’amministrazione finanziaria è finalizzata ad individuare tutti quei soggetti che hanno conseguito vincite importanti in tornei live esteri. Questi soggetti si troveranno nelle condizioni di dover contrastare le richieste del fisco in modo abbastanza difficile, perché tali vincite, rientrando nella categoria dei redditi diversi, non trovano sufficiente tutela negli accordi contro la doppia imposizione con i vari stati esteri (convenzioni bilaterali, ndr)”.
Quale consiglio si sente di dare alla luce degli ultimi clamorosi sviluppi?
“Visto la delicatezza della situazione inedita che si è creata a livello nazionale, dell’attenzione dei media e del quadro normativo poco chiaro, potrebbe essere utile da parte dei giocatori verificare se vi è una certa disponibilità da parte del fisco di trovare una soluzione bonaria, secondo gli attuali istituti deflattivi del contenzioso tributario”.
Oramai le indagini sono in corso: prevede altri problemi oltre al quelli derivanti dalle vincite non dichiarate all’estero?
“Non mancheranno le ulteriori contestazioni di natura valutaria dovute alla mancata dichiarazioni di redditi e disponibilità conseguite all’estero”.
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