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Raffaele Sorrentino e la nemesi perfetta: “un tedesco mi aveva tolto il sogno a Londra con QQ. Ora siamo pari…”

Da Catanzaro al tetto del mondo: sembra retorico e altisonante, ma questo è – in definitiva – il percorso di Raffaele Sorrentino. Come tutti saprete, il player calabrese ha messo a segno il suo capolavoro qualche giorno fa a Montecarlo, diventando il terzo italiano di sempre a vincere una picca “major” di PokerStars, in quello che una volta era noto come EPT e oggi si chiama PokerStars Championship. Un’impresa che gli vale quasi mezzo milione di euro e l’onore di ritrovarsi in compagnia di Salvatore Bonavena e Antonio Buonanno, gli unici altri due giocatori azzurri capaci di una simile impresa, anche se nel vecchio circuito.

Un circuito che in 118 tappe aveva visto appena 2 trionfi italiani, mentre il nuovo format sembra portare decisamente meglio al tricolore: in appena 4 tappe disputate è già arrivato l’acuto italiano.

Nel caso dell’evento appena concluso, la qualità della concorrenza era talmente elevata (come del resto negli anni scorsi quando si chiamava EPT Grand Final) da rendere assolutamente non esagerata l’iperbole “sul tetto del mondo” usata a inizio articolo.

 

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Dopo qualche giorno di meritati bagordi, “raffibiza” ha accettato di rispondere alle nostre domande. Ne viene fuori il ritratto di un ragazzo felice ma anche il racconto di una nemesi perfetta…

Due vittorie italiane in oltre 100 EPT, una in appena 4 PokerStars Championship. Secondo te è un caso oppure i tempi sono molto cambiati?

Ovviamente il livello degli italiani nel poker è cresciuto abbastanza, negli ultimi anni. Oggi non ridono più tanto gli stranieri quando ci trovano al tavolo, anzi ormai vedo molto rispetto.

Al tavolo fai trasparire una sicurezza assoluta e non hai mai dato impressione che le cose potessero finire diversamente. E’ così o c’è stato qualche momento in cui ti sei sentito a rischio?

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Ero molto sicuro di vincere il torneo sinceramente, non ho mai giocato un all in a rischio in tutto il torneo e sono stato sempre molto deep, sin dal day 1.

Il commosso abbraccio con Mustapha Kanit, grande amico e mentore di Raffaele

La sicurezza con cui hai vinto ricorda quella del tuo amico Mustacchione, che è sembrato persino commosso quando vi siete abbracciati. Si può dire che è stata una figura chiave nella tua crescita, oltre che grande amico?

Non è un segreto che Musta sia la persona che ha dato la svolta al mio gioco e alla mia crescita nel poker, oltre ad essere veri amici da molti anni ormai!

Cosa ti manca della Calabria quando sei in Messico e viceversa?

Ovviamente quando sono in giro o in Messico mi manca la famiglia. Invece, quando non sono in Messico, mi manca il caldo, il mare e i miei amici.

Selfie messicani…

Questa vittoria cambia i tuoi programmi o il tuo schedule live? Andrai a Vegas?

Sì ovviamente andrò a Vegas per tutto il periodo WSOP e giocherò sempre questo nuovo circuito di PokerStars, cercando di vincere qualche altro main. In generale credo che la mia vittoria non cambii nulla: è stata solo una fantastica affermazione per me stesso e per il mio gioco. E ti dirò: quello che mi era stato “rubato a Londra” da un tedesco con QQ mi è stato ridato a Montecarlo da un tedesco con QQ!!! Quindi siamo pari…

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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