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Singapore è l’ultima frontiera del gioco d’azzardo in Asia, fonte di immensa ricchezza per i casinò ma non per un ricco cinquantenne, uomo d’affari locale, che ha perso $26 milioni nei tavoli del Genting Resorts World di Sentosa.
Non è stata rivelata la sua identità ma si conoscono nel dettaglio le ingenti perdite. A marzo il businessman aveva iniziato le danze ai tavoli con una linea di credito di “solo” 370mila dollari. Dopo un mese il fido si era allargato a 2 milioni. Ma siamo solo all’inizio di questa spiacevole storia.
Cash game, blackjack ed altri giochi da tavolo l’hanno portato alla rovina, accumulando un passivo record di $26 milioni. Solo in una partita a baccarat, il gambler asiatico ha perso qualcosa come $13.3 milioni. In confronto Guy Laliberte è un dilettante nell’arte di depauperare bankroll e patrimoni.
Facili ironie a parte, la storia è molto triste e dimostra come il gioco compulsivo possa portare alla rovina. Pensate che a giugno, in una sola sezione durata due giorni, ha bruciato 19.3 milioni di dollari americani, quasi 60 volte la linea di credito iniziale. Alla faccia delle regole sulla gestione del bankroll. Ha poi vinto 3 milioni ma l’illusione ha provocato un effetto ancor più negativo: nella giornata successiva, il 50enne ha fatto registrare un altro rosso record da 11 milioni.
Il giocatore è un ricco uomo d’affari, amministratore delegato di una multinazionale con sede legale in Singapore ed ha pagato già una tranche di 10 milioni ma ha dato mandato ai suoi legali di verificare se la direzione del casinò ha rispettato la legge, nel concedergli una linea di credito talmente ampia, approfittandosene della sua dipendenza dal gioco.
Anche grazie all’ exploit al tavolo verde di questo imprudente e ricco businessman, la società malese ha presentato un utile di 397 milioni, nel secondo trimestre del 2010. Il mercato asiatico si sta rivelando una miniera d’oro per i casinò ma Genting punta ad aprire la prima sala da gioco a New York, all’interno dell’ippodromo dell’Acquedotto: ha già presentato una richiesta ufficiale. Come abbiamo visto i finanziatori non gli mancano.
