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Sponsor? meglio "runnare good", secondo gli assopokeristi

Gli assopokeristi, più che uno sponsor, vogliono runnare good...E' questo il risultato dello speciale sondaggio natalizio che abbiamo lanciato il 18 dicembre scorso, chiedendo ai nostri utenti cosa vorrebbero in dono da Babbo Natale riguardo al poker.

Abbiamo selezionato vari "sogni" cercando di non differenziarli troppo riguardo al valore monetario, proprio per conoscere quali siano realmente i desideri dei nostri giocatori, davanti alla fiabesca possibilità di un regalo del genere da parte di Santa Claus.

Così, al contrario di tutte le attese, non è l'agognata sponsorizzazione il desiderio più diffuso tra i nostri utenti, ma la possibilità di "runnare good" almeno sei mesi. Per i meno tecnici, questo tipo di espressione anglofona italianizzata dai pokeristi nostrani significa "una serie di eventi fortunati ma non fortunosi". Ad esempio, vincere i colpi in cui si parte in vantaggio ma spesso ci vengono scoppiati, come i 70-30 (AK vs AQ e una famigerata Q sul board) e gli 80-20 (AA vs 77 e bloody river 7...), e che ci sorridano almeno la metà dei coinflip e anche qualche mano in cui si parte leggermente dietro. In sintesi, runnare good sarebbe una sorta di garanzia di vincere quando mettiamo dentro le nostre chips con la mano migliore...

Purtroppo però, come è noto, la varianza gioca spesso brutti scherzi, ma fa parte del gioco come tutte le altre componenti. Al secondo posto tra i desideri degli assopokeristi da trovare sotto l'albero di Natale, c'è la possibilità di venire sponsorizzati. Questo è uno dei sogni reali di ciascun poker player, ovvero di trovare una poker room o un "mecenate" che creda in noi e ci finanzi una stagione di poker giocato, soprattutto di poker live che per ovvie ragioni ha costi molto più elevati rispetto all'online. Più di un assopokerista su 5 sceglie questa opzione mab - rispetto a quello che si percepisce quotidianamente - ci si aspettava molto di più su questa voce. Evidentemente, la consapevolezza di poter "fare da soli" è sempre preponderante in un campo - qual'è quello del texas hold'em - dove spesso tutto si risolve in una battaglia a chi ha l'ego più dominante.

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In terza posizione, tra i 2035 che si sono espressi in questo sondaggio, c'è la possibilità di coaching gratuito per un anno. Si tratta di una opzone molto generica, in quanto già oggi esistono realtà che praticano coaching senza chiedere direttamente un onorario all'utente, come ad esempio Pokermagia. Ma quello che volevamo capire è quanto il giocatore medio tiene in considerazione l'importanza di ricevere un'istruzione personalizzata, quale che ne sia il valore strettamente economico. In questo senso, il 18.6% che ha espresso questo desiderio è un dato abbastanza eloquente, soprattutto se messo in relazione con le altre scelte che il sondaggio proponeva.

Infine, riscuotono meno successo di altri un bel ticket per un grande torneo (16% circa), l'arrivo immediato del cash game sulle room italiane (9% in quanto evidentemente considerato come fatto acquisito, ndr) e la possibilità di non subire scoppi per un mese, che era una scelta simile a quella della "good run" ma limitata alle mani in cui si parte in netto vantaggio e dalla durata meno appetibile...anche se sempre di sogni si tratta!

Ecco il grafico del sondaggio. Cliccando sull'immagine potrai vedere i risultati completi e anche guardare i risultati dei nostri sondaggi precedenti!

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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