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Uno studio lo dimostra: Poker=skill

I risultati di una recente ricerca, diffusi venerdi' scorso, sono destinati a far discutere. Nello studio, effettuato dalla Cigital su 103 milioni di mani, e' emerso che in circa tre quarti di esse non si è arrivati allo showdown. Ergo, le mani sono state vinte per le puntate di alcuni giocatori che hanno fatto foldare gli avversari.

Nel dettaglio, il 75.7% delle mani prese in esame non è arrivato a showdown. Se però si va ad osservare il rimanente 24,3% delle mani, è interessante scoprire come solo nel 50,3% di esse la vittoria è andata a colui al quale era stata servita la mano migliore. Attenzione, parliamo del giocatore che, tra quelli partecipanti alla mano, aveva - o avrebbe avuto - la mano migliore. Già, perchè nell'altro 49,7% dei casi, il giocatore con la mano migliore ha foldato prima dello showdown. In totale, la "best hand" è stata battuta nel 12% delle volte appena!
Da ciò si evince che il Texas Hold'em è un gioco fatto all'88% di abilità e al 12% di fortuna.

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Lo studio della Cigital ha utilizzato mani servite daPokerstars, nel periodo in cui la poker room leader mondiale celebrava il traguardo della mano cash numero 25.000.000.000.

Il PPA (Poker Players' Alliance), sindacato dei giocatori americani, esprime la propria soddisfazione, tramite il suo presidente Alfonse D'Amato, per l'ulteriore dimostrazione di una realtà di fatto, della quale ormai da diverso tempo diversi giudici stanno tenendo conto nelle loro sentenze.
Il direttore esecutivo del PPA, John Pappas, va oltre: "La questione se il poker sia o meno un gioco in cui predomina l'abilità non riguarda semplicemente l'ego del giocatore, ma la natura stessa e la tutela legale del gioco. Nella aule di giustizia in tutto il paese, i giudici e le corti stanno valutando il poker come un gioco di abilità - non fortuna come le lotterie o le slot machines - e questo studio ne è la conferma".

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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