Vai al contenuto

Carla Solinas: "Sessismo ai tavoli da poker? No, è come ti poni che fa la differenza"

Ha simbolicamente appeso le carte al chiodo da più di dieci anni, eppure è ancora lei la giocatrice italiana più vincente della storia, nei tornei di poker live. In un periodo nel quale le donne nel poker sono tornate a fare la voce grossa, abbiamo approfittato per sentire Carla Solinas.

Carla Solinas, anche da ex è sempre una numero 1

Nella Women’s All Time Money List, il primo nome italiano è il suo: Carla Solinas, 224ª con 375.401$. Eppure, il suo ultimo risultato è datato dicembre 2013 e la decisione di smettere con la carriera di pokerista professionista è di poco successiva. Oggi Carla ha completamente cambiato vita, ma del passato non rinnega proprio nulla, anzi continua a ritenere la sua esperienza ai tavoli un patrimonio di cui andare orgogliosa.

Il nuovo lavoro e l'eredità del poker

“Sono in Enegan da 8 anni e da 7 ho una mia piccola rete vendita, che copre la zona da Genova a Ventimiglia. Il mio lavoro non ha niente a che fare col poker ovviamente, anche se è sempre curioso un fatto: quando giocavo a poker dicevano che non è un lavoro, e anche quello di venditrice/venditore è stato per anni bistrattato come un’occupazione un po’ così. Ciò che è importante, però, è che sono orgogliosa di me perché ho dimostrato a me stessa di poter fare qualcos’altro, ho preso delle specializzazioni, mi sono creata un nuovo percorso e perciò devo ringraziare anche il poker."

In che senso? Il poker viene spesso considerato negativamente come referenza, alcuni che erano pro e hanno cambiato lavoro ci hanno persino scritto chiedendo di essere cancellati da articoli e fotografie, per timore di fraintendimenti nel nuovo ambiente di lavoro. Per te è stato diverso, allora?

“Inizialmente ero un po’ timida su questo, anche perché è raro trovarsi di fronte qualcuno che giocava a poker professionalmente e lo è ancora di più che sia una donna. Ma questa è un’azienda italiana con impostazione anglosassone e già dal periodo della formazione abbiamo capito insieme che c’erano possibili affinità, con la mia precedente esperienza di giocatrice di poker.

Il patrimonio più importante che ti lascia il poker è quello di imparare a prendere decisioni importanti sotto pressione, e in un tempo ridotto. Poche discipline te lo insegnano meglio e io, a mia volta, da tempo cerco di trasmettere questo tipo di impostazione al mio team.”

Poker, donne e sessismo

Qualche giorno fa abbiamo avuto una donna al final table del Main Event WSOP dopo 30 anni e anche un’altra che ha chiuso terza nel PPC. Ma il poker è o no un ambiente sessista, o comunque un po’ ostile alle donne?

"Mah, io non ho mai visto nulla di particolarmente eclatante in questo senso. Credo che dipenda sempre un po’ da come ti poni ed è quello che fa la differenza. Personalmente, non mi sono mai posta il problema, non ho mai visto l’essere donna come una difficoltà da superare nel poker. Del resto, io sono una che per si è spesso ritrovata a fare cose che per cliché sono considerate maschili."

Pokerstars open Campione - tutte le info

Ma secondo te c’è qualcosa che caratterizza le donne nel poker? Alcuni studi parlano di un approccio naturalmente più conservativo e dunque una minore propensione al rischio.

"No, non credo sia quello. Banalmente, se ci spostiamo in ambienti più connotati sotto il profilo della ludopatia, come le slot e cose del genere, la presenza femminile non è certo ridotta, anzi sono forse leggermente di più.

Penso sia più un discorso relativo al singolo e incentrato sulla sua capacità di problem solving. Io sono sempre stata una che decide velocemente e anzi ho sempre avuto una certa insofferenza nei confronti di chi non reagisce o non sceglie.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

E riguardo al fatto che le donne arrivano meno spesso, credo sia solo ed esclusivamente un fattore statistico, che riflette le proporzioni di donne tra gli iscritti totali."

Giocavo a poker e mi dicevano che non era un lavoro. Allora sono diventata una venditrice che per tanti non è un lavoro. Ora sono una manager e mi occupo di venditori, posso dire che aiuto gli altri a non lavorare.

Carla Solinas

Carla Solinas e i ricordi da poker pro: "Abbiamo avuto culo..."

Ma tu non hai giocato proprio più, da quando hai smesso?

"Sì, ho mollato completamente, a parte qualche invito sporadico, come una Notte degli Assi di un paio d’anni fa. Anche perché conciliare un lavoro “normale” con il poker non è possibile. L’anno scorso ho giocato l’IPO Sanremo, quest’anno invece non sono riuscita ad andarci."

Come è stato l’impatto?

"L’effetto è stato strano, per me. Voglio dire, quando ti distacchi da qualcosa che ti piaceva tanto, fai fatica anche a tornare tra i tavoli. Però, dall’altra parte, è stato meraviglioso ritrovare tanti amici."

Cosa ti manca, del poker?

"Mi manca quell’atmosfera unica che c’era, la convivialità della compagnia, le trasferte, l'essere sempre in giro. In generale, guardandomi indietro penso che siamo stati fortunati, abbiamo avuto il culo di iniziare nel periodo giusto, sotto tanti punti di vista. Se mi guardo indietro al primo tavolo finale che feci, a Sanremo nel 2006, ero insieme a Dario Minieri. Voglio dire, eravamo avvantaggiati anche dal fatto di essere pionieri e tutto sembrava più raggiungibile. Oggi, con tanta gente ai tavoli, il gioco così evoluto, i solver eccetera, sarebbe tutto più difficile."

Immagine di copertina: Carla Solinas (si ringrazia Fabio Acquarone)

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI