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Daniel Negreanu allin al turn al 90% con full, ma non basta: nuova bad beat al WPT

In questo 2022 che sta per volgere al termine abbiamo scritto diverse volte che fosse una sorta di annus horribilis per Daniel Negreanu. Una nuova edizione fallimentare delle WSOP lo aveva messo a dura prova, fino al sollievo del ritorno al grande successo, nel Super High Roller Bowl di due mesi fa. Al WPT World Championship del Wynn di Las Vegas, tuttavia, al campione canadese ne è successa un’altra. E molto, molto brutta.

WPT World Championship: Daniel Negreanu le mette al 90% al turn, ma non basta

Questa mano accade quando sono rimasti solo in 17, sui 2960 paganti di questo torneo da record, che paga oltre 4 milioni di dollari al vincitore e cifre a sei zeri per i primi sei.

Siamo in situazione short handed, con i 17 giocatori rimasti distribuiti su 3 tavoli. In quello in questione ci sono 6 giocatori, tra cui Daniel Negreanu.

La mano

Il livello in corso è il numero 30, 200.000/400.000 e bb ante 400.000, Daniel gioca con poco meno di 10 milioni totali e apre a 800.000 da bottone. Sul big blind siede Lucas Foster, che lo supera in stack e decide di 3-bettare a 2,3 milioni. Daniel fa call e si va al flop.

Le prime 3 carte comuni sono 10 4 2 , Foster prosegue con la sua continuation bet da 2,5 milioni e Negreanu chiama, creando un pot da 10 milioni.

Sul turn 10 Foster chiede a Daniel quanto abbia dietro e, dopo aver sentito che il canadese ha circa 5 milioni residui, lo mette ai resti. Daniel Negreanu non gli fa terminare la parola e chiama girando 2 2 per un full, mentre Foster ha k k .

Il river è però un crudele k che regala il full superiore a Lucas Foster, eliminando Daniel Negreanu dal torneo al 17° posto, per un premio da 176.200$.

Il video

Questo il video della mano, diffuso dall’account Twitter di Poker.org. Un particolare curioso è costituito dal giocatore seduto alla sinistra di Daniel. Si tratta di Bryce Yockey, di cui parlammo qualche anno fa per aver perso una mano partendo al 99,84%.

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Quel precedente alle WSOP

“Me lo sentivo dentro”, mormora Daniel ancora sbigottito. “Me lo sento sempre quando sta per succedere, vorrei non fosse vero ma è così”, conclude prima di raccogliere le proprie cose e avviarsi alla cassa.

Si tratta di una reazione molto diversa da quella – molto più “vigorosa – avuta in occasione del torneo da 250.000$ alle WSOP 2022. In quel caso qualcuno criticò Negreanu indicandolo come cattivo esempio, mentre diversi altri lo difesero.

Qui il campione canadese riesce a tenere un maggior contegno, e questo sicuramente trova una spiegazione in uno stato di stress psicofisico molto inferiore a quello che i top player provano durante un festival sfiancante come le WSOP, a maggior ragione in una edizione che aveva fatto registrare perdite record per lui.

Quanto ci piace il Daniel “umano”!

La verità è però un’altra. Questo Daniel Negreanu che dice “me lo sentivo” come me quando mi scoppiano al Big 15, che si mostra in tutta la fragilità, ci piace molto di più. Attenzione, non stiamo parlando di un grande campione che improvvisamente si trasforma in “omino rancoroso”, che accusa questo e quello di cattive giocate. Questo Daniel non lo farà mai, ha troppo il proprio personaggio nel sangue per cadere nella trappola, e poi di Phil Hellmuth ce n’è già uno e tanto basta.

Il Negreanu post bad beat è quello che sentiamo più vicino a noi. Perché va bene la poker face, va bene chi riesce sempre e comunque a sorridere e a dire “on to the next one”, ci riproveremo alla prossima. Ma anche gli attimi di scoramento sono un corredo dell’essere umano-pokerista, e cercare di superarli non significa vergognarsene.

Immagine di copertina: Daniel Negreanu (courtesy WPT)

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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