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Come ha cambiato stile di gioco Daniel Negreanu, con parole sue

Come ha fatto Daniel Negreanu a tenersi al passo coi tempi e a imparare a districarsi con GTO e solver?

Sappiamo che, a differenza di tanti colleghi, il neo 50-enne è stato tra i primi a individuare nel set di skill dei 'terribili ragazzi dell'online' una seria minaccia per la vecchia guardia.

Da qui la sua decisione di tenersi aggiornato: in un video di 888poker, Daniel Negreanu ha spiegato il suo percorso.

Primo: fissare degli obiettivi

Per iniziare Negreanu ha spiegato l'importanza gli obiettivi rivestono nella sua vita:

"Mi piace fissare degli obiettivi ma c'è una controversia su quanto ciò possa essere una buona idea. Per me stabilire degli obiettivi è una parte essenziale della mia vita: non importa se poi lo raggiungo, l'importante è il viaggio in sè stesso. Mi piace lottare sempre per qualcosa, già quando ero un bambino che giocava ai videogame cercavo nuovi obiettivi e nuove sfide. Con il poker ci sono sempre cose nuove e divertenti con cui mettermi alla prova: ad esempio ora con le World Series in arrivo pensi sempre che potrebbe essere l'anno buono in cui sarai il killer prendendo tre o quattro braccialetti."

Non tre o quattro, ma comunque in queste WSOP 2024 un braccialetto per DNegs alla fine è arrivato.

L'importanza della competizione

Nel cambio di stile di gioco, Negreanu spiega poi di essere stato animato dallo spirito di competizione:

"Per me essere in grado di competere contro i migliori pokeristi è super importante e capisco che per portare a termine questa cosa servano molta autoconsapevolezza e molta umiltà. Devi capire che non puoi riposare gli allori e pensare 'ah questi ragazzi non sanno cosa stanno facendo', assolutamente no. Devi imparare da loro, devi prendere quello che loro stanno facendo e incorporarlo sella saggezza pokeristica che tu hai e che sai che a loro manca. Ho 30 anni di esperienza nel gioco e se oggi posso ancora capire come funzionano le dinamiche è perché mi sono messo a lavorare"

I coaching per la sfida contro Polk

Nel percorso verso il nuovo stile di gioco di Negreanu, una tappa fondamentale è stata la sfida heads-up contro Doug Polk:

"Contro Doug Polk come dicevi ho perso un milione di dollari o qualsiasi cifra sia, tutti pensavano fossi uno stupido ma ho lavorato tanto e ho innalzato il mio livello di skill, quindi ho beneficiato dei soldi che ho speso per quella sfida sul lungo periodo. Credo sia stato come essere coachato da uno dei nuovi giocatori. Per me essere coachato è stato ok perché il fatto è questo, non è che siccome Tiger Woods ha un coach per gli swing allora il suo coach è necessariamente migliore di lui negli swing."

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L'impatto traumatico coi Solver

Quando si è messo a interagire coi solver per la prima volta, Negreanu non sapeva da che parte rifarsi:

"Non sapevo come usare un solver e neanche come dargli gli input, per me era un mondo del tutto nuovo. Siccome non capivo le basi di tutte queste cose teoriche mi sono chiesto cosa mi ostacolasse dal prendere un genio della matematica che capisse tutte queste cose e me le spiegasse rendendole a me accessibili. I primi 45 minuti di questo lavoro sono stati atroci, credevo di non poterci arrivare."

Ma uno come Negreanu sa bene che chi la dura la vince:

"Piano piano ho iniziato a capire e mi sono reso conto che il grande errore che tanti giovani pokeristi commettono è di prendere alla lettera gli output dei solvers. Credo invece che il miglior modo di usarli sia capire perché il solver dà quella soluzione, perché dice di chiamare con una coppia di quattro ma foldare KQ... Qual è la teoria sottostante, quale è il senso? Devi andare a fondo e capire che la coppia di quattro in questo spot è un bluff catcher come KQ ma questa ultimo combo blockera più dell'altra."

Umanizzare i solver per guadagnare edge

Secondo Negreanu, una volta arrivati a questo livello c'è un grande edge da prendere contro gli avversari:

"Puoi umanizzare il solver quindi inizi a capire come e perché fa le cose che fa. Nessun umano sarà mai capace di memorizzare ogni output e comunque i solvers vanno ben oltre le capacità umane. Per esempio in uno spot un umano può scegliere tra tre diverse size di bet, un solver invece può distinguere tra 32 diverse size. Quando gioco a poker il mio obiettivo è prima di tutto capire la teoria e poi dissezionare il modo in cui la popolazione la applica male per prenderne un vantaggio."

Giornalista
Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico si è appassionato al poker e dal 2012 è diventato il suo pane quotidiano. Intanto ha scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco. Vive in Maremma dove è riuscito a realizzare il sogno che aveva preso forma nella sua mente da piccolo davanti a un 486 con 4Mb di RAM, ovvero lavorare comodamente da casa scrivendo al computer. Laurea magistrale in scienze della comunicazione, da venti anni iscritto all'Ordine dei Giornalisti, prima di conoscere il poker si è occupato di cronaca sulla stampa quotidiana nazionale e di musica su quella periodica, quest'ultima soprattutto per entrare gratis ai concerti. Poi ha creato e diretto per cinque anni un freepress bilingue turistico-locale. Al termine di questa esperienza il suo percorso si intrecciò con il NLHE grazie a un amico che giocava su Full Tilt Poker.
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