Il sogno di Federico Butteroni e di tutti gli appassionati italiani di poker si è fermato in 8° posizione, quando il nostro connazionale ha pushato i restanti 5 big blind con A-J e ha trovato l'inevitabile call di Joe McKeehen con A-K. Il board non ha regalato sorprese e Federico si è dovuto alzare dal tavolo finale del Main Event WSOP, con un premio di 1.097.056$. Nonostante tutto, quella del professionista romano resta una vera e propria impresa, che verrà ricordata a lungo e che gli ha permesso di entrare nella storia di questo gioco.
Pochi minuti fa abbiamo contattato Federico per un'intervista, senza troppe speranze di trovarlo disponibile a parlare vista la probabile delusione e l'orario (a Las Vegas è notte fonda). Butteroni ci ha invece risposto con la consueta disponibilità e un tono di voce un po' abbattuto, com'è normale che sia in questo momento. Ci ha raccontato come ha vissuto questo final table e quali sono i suoi progetti futuri ora che la cavalcata al Main Event WSOP è ufficialmente terminata.
Ciao Federico, innanzitutto complimenti per questo straordinario risultato. Hai fatto appassionare migliaia di italiani al poker in questi mesi grazie alla tua impresa. Come stai? C'è tanta delusione per questa 8° posizione?
Dipende sempre dal punto di vista con cui guardi le cose. C'è un po' di amarezza perché sono arrivato a sette posti da un sogno, dalla storia di questo gioco. Ma c'è anche tanta gioia per aver vinto 1.1 milioni, che di questi tempi equivale a vincere tre EPT. È un grande risultato, penso di essermi comportato veramente bene e credo di aver dato una buona impressione a tutte le persone che mi hanno seguito e incitato. Tra l'altro ne approfitto per ringraziare di cuore tutti quelli che mi hanno supportato.
Tutti conoscevano la tua difficile situazione di short stack. Come se non bastasse, al final table se stato card dead e il tuo percorso è apparso quasi "segnato" dalla mancanza di carte. Potendo tornare indietro cambieresti qualcosa nel tuo gioco? Ti sei piaciuto al tavolo?
Mi sono piaciuto al tavolo perché ho sempre mantenuto la pazienza. Ho sempre aspettato lo spot buono che mi potesse dare il raddoppio, ma purtroppo quando sei su quella soglia degli 8-12 big blind è difficile trovare spot buoni per mettere tutto al centro. Le mani che ho visto erano terribili, J-3, 8-2, mani che non avevano nemmeno una minima equity. L'A-J con cui sono stato eliminato è stato il primo Asso che ho visto nelle 36 mani che ho giocato. La situazione è stata simile a quella del Day 7 ma in quel caso andava bene perché volevo sopravvivere alla bolla da 500.000$.
Purtroppo con 12-13bb si può parlare tanto ma c'è poco da fare. Le carte, in certi momenti, fanno molto più la differenza rispetto al giocatore. Poi uno può arrivare short e può anche non arrivarci a questo final table, ma sono altri discorsi. In un tavolo finale così, è importante runnare bene, soprattutto quando sei tra i 10 e i 15bb.
Dopo due mani Chan si è giocato tutto da short con un call veramente al limite. Avevi pensato alla possibilità di adottare una strategia simile visto il payout ultra verticale? Come ti è sembrata quella mano?
Ma sai, ad averne di mani come K-Q! Qui due figure non si sono viste neanche lontanamente, trovare anche solo un Asso sarebbe stata tanta roba. A parte tutto, dipende un po' dal tipo di gioco che vuoi fare. Patrick era molto nervoso, già da prima del final table. Non stava vivendo bene la situazione quindi forse il call ci può stare in base a come voleva intraprendere il torneo e qual era il suo obbiettivo. È tutto qua il discorso: se giochi solo per vincere è un call che ci può stare perché il range di Joe (che oggi ha giocato un po' con il freno a mano tirato) è veramente ampio da bottone contro due short sul big blind. È un call che ci può stare.
Come ti è sembrato il gioco degli altri November Nine? Chi pensi possa vincere e per chi tiferai?
Sono sincero: penso che quest'anno il tavolo finale fosse molto abbordabile, per questo mi è dispiaciuto non avere lo stack giusto. I giocatori erano bravi ma non c'era nessuno di veramente speciale. Sarebbe stato un tavolo nel quale si poteva combattere per il braccialetto. Bisognava avere un po' di più di stack e di run. Comunque è andata così, non c'è nulla da recriminare. Mi farebbe piacere se vincesse Max Steinberg perché ho conosciuto la madre e la sua famiglia e sono persone davvero fantastiche. Poi è sempre stato molto gentile con me, mi ha sempre difeso. Ma in fondo sono tutti bravissimi ragazzi, quindi chiunque vincerà mi farà piacere. Certo, McKeehen un po' di meno...
Perché McKeehen un po' di meno? Perché ti ha eliminato?
No, assolutamente no. Sono abbastanza sportivo da capire che era un cooler e potevo uscire contro chiunque con quella mano. È un discorso personale, sono successe delle cose in questi giorni dietro le quinte che non sono tanto piaciute né a me né agli altri giocatori. Preferisco chiunque ma non lui, ma non perché mi ha eliminato.
Ti andrebbe di spiegare cos'è successo? Dall'esterno nessuno è al corrente di quanto successo.
Di questo ne parleremo più avanti, è un discorso abbastanza lungo. In questo momento non ho voglia di parlarne.
Capisco, nessun problema. In questi mesi la tua storia è arrivata a migliaia di persone, anche a molti che non avevano mai conosciuto il poker. In un certo senso sei diventato l'ambasciatore del poker italiano! Ora che è tutto finito, ti rendi conto di tutto quello che hai fatto oppure devi ancora metabolizzare?
Questa è stata una delle mie più grandi vittorie perché è stato bellissimo, ho sentito l'affetto della gente in questi mesi e nei giorni pre final table. Anche gli americani sono stati fantastici, quando sono uscito sono scattati gli applausi da parte di tutti, quando sono arrivato mi hanno trattato come una star. Mi hanno fatto i complimenti per la mia persona, per il gioco e anche per l'eleganza. È stato veramente incredibile, sono molto contento se sono riuscito a portare un po' di visibilità a questo gioco con la mia personalità.
Ora che questo capitolo della tua vita è chiuso, che progetti hai? Continuerai a giocare live, magari nel circuito EPT?
Adesso tornerò a Roma, poi mi farò una bella vacanza. Poi si vedrà. Penso di prendere una pausa per farmi tornare la gioia e la voglia di giocare a poker... Adesso non è facilissimo sedermi al tavolo e iniziare un torneo. Quindi un momento di break ci vuole, poi si ricomincerà a giocare con le giuste motivazioni. Per ora solo relax e si pensa ad altre cose. Ripartirò con calma.
Grazie Federico e ancora complimenti per il tuo risultato.
Grazie a te Gianluca, ad Assopoker e a tutti quelli che hanno fatto il tifo per me!