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Phil Hellmuth monumentale: suo il WSOPE Main Event

Phil Hellmuth libera la sua gioia con i fans, per la vittoria del 13° braccialetto WSOP in carrieraNon ci sono più parole o aggettivi per descriverlo, va semplicemente raccontato ed omaggiato. Phil Hellmuth zittisce tutti ancora una volta, e con una prestazione monumentale si prende anche il WSOPE Main Event, 13° braccialetto in carriera. Sempre più nessuno come lui, e chissà per quanto tempo.

Iniziava da chipleader ieri nell'ennesimo final table WSOP, il 46° nell'incredibile storia di questo 48enne originario di Madison (Wisconsin), con due rivali di lusso come Joseph Cheong e Jason Mercier. Quest'ultimo era però molto corto in chips, e le sue speranza di poter incidere si infrangono presto contro l'implacabile run dell'ucraino Baranov: AK vs AQ e Mercier è l'ottavo classificato.

Quindi tocca al primo dei tre francesi in gara, Stephen Girault, uscito settimo in coinflip contro un Hellmuth che aveva un appuntamento troppo importante con la storia per perdere con i suoi 55 vs gli AJ del transalpino.

Dopo neanche un'ora la pattuglia francese si assottiglia ancora, con l'eliminazione di Paul Tedeschi ad opera di Cheong (QQ vs AJ).

Con l'uscita del pericoloso Christopher "NigDawG" Brammer in quinta piazza, Cheong potrebbe confermarsi il rivale tecnicamente più attendibile per Hellmuth, ma c'è Baranov dietro l'angolo: l'ucraino chiude una illegibile scala nuts al river facendo precipitare le azioni del giovane MTTer di origini coreane.

Lo stesso imprenditore-player originario di Odessa poi completa il lavoro eliminando Cheong, che va allin su un flop 6 a k con a q in mano. Baranov ha q k e la carta di quadri al turn chiude in anticipo ogni discorso...

Il corso Stephane Albertini a questo punto rimane chiaramente il terzo incomodo, tra un campione a caccia della sua ennesima perla e il ricco carneade che vive la sua giornata di grazia. Stephane raddoppia, si accorcia di nuovo, lotta ed infine esce contro Hellmuth in una mano sfortunata ma dallo svolgimento obbligato: JJ vs 77 allin preflop e 7 al river a premiare The Poker Brat, che incamera anche le poche chips del francese e si accomoda in prima fila nell'heads up per il titolo:

Phil Hellmuth 9575000
Sergii Baranov 3025000

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Il match sarebbe ancora aperto, ma troppa è la differenza tecnica, di personalità e di voglia di vincere fra i due. Lo stack di Phil si ingrandisce sempre di più, e Sergii appare francamente impotente come chi non può opporsi alla storia. Dopo neanche un'ora ecco l'epilogo: Baranov limpa, Hellmuth rilancia a 300mila, l'ucraino pusha per 2,5 milioni totali e Phil dichiara il call, aggiungendo "la vincerò qui". Lo showdown lo vede infatti dominante:

Hellmuth a 10

Baranov a 4

Hellmuth non ce la fa a guardare il board, e si gira verso la nutritissima curva dei suoi fans in attesa che il dealer distribuisca le 5 carte del suo destino. Eccole: j 9 5 a 3 e la gioia del monello del poker si può liberare!

E' Phil Hellmuth a vincere il WSOPE Main Event 2012, in cui (parole sue) ha giocato il suo "miglior poker di sempre". Onore a questo straordinario campione, al 13° braccialetto WSOP. Oggi più che mai, e per chissà quanti anni ancora, nessuno come lui:

  1. Phil Hellmuth €1,022,376
  2. Sergii Baranov €632,593
  3. Stephane Albertini €423,360
  4. Joseph Cheong €292,320
  5. Christopher Brammer €207,648
  6. Paul Tedeschi €149,184
  7. Stephane Girault €108,864
  8. Jason Mercier €84,672
Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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