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Phil Hellmuth: 'Il Main Event WSOP di quest'anno è un torneo fatto apposta per i giovani'

Non è un passaggio di consegne, ma gli assomiglia un bel po'. Phil Hellmuth, quest'anno fuori durante il day 2 del WSOP Main Event, ha fatto una previsione sul vincitore ma soprattutto sulla tendenza, che la formula adottata quest'anno porterà.

Phil Hellmuth: "Vincerà un giovane"

Ai microfoni di PokerGo, dove siede nei panni di commentatore insieme a Maria Ho e alla conduttrice Kara Scott, "The Poker Brat" si è lasciato andare a una considerazione interessante anche perchè, in qualche modo, mostra un lato che il pubblico non conosce molto, in Phil Hellmuth: quello umile.

"Odio ammetterlo, ma più che negli altri anni questo torneo è fatto per i giovani. Voglio dire, 10 giorni di grinding live per 10 lunghe ore al giorno, è facile prevedere che sia qualche giovane a vincere. Non è una resa, la mia, non mi sto certo arrendendo e anzi, dico già che il prossimo anno tornerò con una migliore strategia per rimanere riposato, ma è davvero durissima riuscire a mantenersi al massimo per 10 giorni".

Il riferimento è ovviamente all'addio dato dalle WSOP al format dei November Nine, e al ritorno alla vecchia formula che incorona il campione già a luglio.

L'addio ai November Nine rende il Main Event una super maratona

Effettivamente quest'anno vincere il Main Event WSOP sarà stremante come non lo è mai stato.

Nel 2007, ultimo anno prima della rivoluzione dei November Nine, i day programmati erano 7. Stavolta saranno 10, perchè la struttura prevede un frazionamento simile a quello che avveniva in novembre: day 8 da 9 a 6 giocatori, day 9 da 6 a 3 giocatori, day 10 fino a proclamare il campione.

La mancanza dei 3 mesi di stop per ricaricare le pile e magari prepararsi anche con un coaching specifico, rende durissimo l'impegno psicofisico richiesto al futuro campione.

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Certo, se si guarda anche all'ultimo anno pre-november nine si scopre che il vincitore fu Jerry Yang. Non propriamente un giovanotto (aveva 40 anni), nè tantomeno un professionista e neanche qualcosa che gli somigli...

Jerry Yang

E' anche vero che l'evoluzione del gioco 11 anni fa era ancora piuttosto indietro, e che la struttura - seppure top per il tempo - non era paragonabile a quella di oggi. Dal 2016 infatti si parte con 50.000 fiches con livelli da due ore, ma è solo quest'anno che una tale giocabilità viene proposta su un torneo che si gioca senza la pausa per il tavolo finale.

La gestione del riposo: il caso-Sammartino

Il ragionamento di Phil Hellmuth sulla "stamina" necessaria per arrivare fino in fondo è dunque corretto, anzi si potrebbe persino definire incompleto. Il 14 volte braccialettato considera solo il main event, e non chi - come ad esempio i nostri  Pescatori e Sammartino - è a Las Vegas da inizio WSOP e ha giocato moltissimi tornei.

Dario Sammartino

Non a caso, proprio Dario già alla fine del mese scorso ci aveva rivelato di essere molto stanco e di avere bisogno di ricaricarsi in vista dei futuri impegni, soprattutto il Main Event. A quanto pare, guardando il chipcount di fine day 3, il "Mad Genius" ci è riuscito.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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